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Questo articolo è stato pubblicato il 21 agosto 2010 alle ore 16:53.
La "severa risposta" minacciata qualche settimana fa dalla Corea del Nord contro le esercitazioni militari congiunte tra Stati Uniti e Corea del Sud arriva a colpi di post e "cinguettii". Dopo il successo del canale di Youtube e dell'account di Twitter, ieri il governo di Pyongyang ha deciso di attivare anche uno spazio su Facebook per trasmettere al mondo della rete informazioni sul proprio regime e conta già più di 30 amici. La pagina di Twitter, chiamata uriminzok (il nostro popolo), è stata aperta il 12 agosto e ha superato in pochi giorni gli 11mila iscritti, con circa 80 tweet.
Il contenuto riguarda soprattutto l'operato del regime e il popolo norcoreano: "Chi siamo noi?" si legge in un recente messaggio. "Persone con una nomina gloriosa, che ci rende più forti di fronte alle difficoltà del mondo. Noi siamo i discendenti di Kim Il-song!". Il sito riporta inoltre numerosi riferimenti alle relazioni diplomatiche del regime di Pyongyang con alcuni paesi stranieri. Tra questi ci sono le congratulazioni del principe del Lichtenstein "per lo sviluppo economico e sociale raggiunto dalla Corea del Nord" e la sua speranza per la futura unificazione della Penisola. Ancora, si ricorda la celebrazione del 50esimo anniversario dei rapporti tra Cuba e la Corea del Nord e l'amicizia tra i due dittatori. Non mancano invece messaggi di accusa ai paesi ostili, come il Giappone, per non aver ancora fatto i conti con la questione delle donne di piacere coreane schiavizzate dall'esercito nipponico durante la seconda guerra mondiale. Il miniblog non risparmia minacce dirette all'attuale presidente sudcoreano Lee Myung-bak, per essere un "ribelle" e "alleato degli Stati Uniti" con cui starebbe preparando l'invasione della Corea del Nord.
Se da una parte Washington guarda con interesse alla recente apertura di Pyongyang al mondo della rete, il timore di Seul è che si tratti solo di un nuovo strumento di propaganda del regime. "Gli utenti di Twitter dovrebbero sapere che interagire con un sito della Corea del Nord potrebbe violare l'Atto di scambio e cooperazione tra le due Coree", ha ricordato un portavoce del Ministero dell'unificazione sudcoreano al quotidiano The Korea Times. Per ora, di sicuro, i nuovi siti non possono diventare un'occasione di dialogo tra i due Paesi, dato che la Corea del Sud ha bloccato l'accesso ai due account e le scarse informazioni sui contenuti arrivano soprattutto attraverso i media.