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Questo articolo è stato pubblicato il 23 agosto 2010 alle ore 21:59.
Dopo le polemiche sulla scia delle espulsioni dei rom dalla Francia Bruxelles «richiama» tutti gli Stati membri della Ue «ad attuare correttamente le regole europee» sull'immigrazione.
«Stiamo monitorando da vicino le varie situazioni», ha detto il portavoce della vicepresidente della Commissione Ue, Viviane Reding, rispondendo a chi gli chiedeva di commentare sia le iniziative annunciate negli ultimi giorni in Francia, per quel che riguarda i rom, e in Italia. In particolare, a chi gli chiedeva un giudizio sulle parole del ministro degli interni Roberto Maroni - per il quale Bruxelles dovrebbe permettere l'espulsione anche dei cittadini comunitari non in regola - il portavoce si è limitato ad affermare che la Commissione Ue «prende nota di tali richieste, come sempre».
Espellere i rom si può e si deve aveva detto il ministro degli Interni Roberto Maroni (Lega),suscitando l'indignazione delle opposizioni e delle gerarchie ecclesiastiche, annunciando che il 6 settembre a Parigi riproporrà ai colleghi europei la richiesta di poter «espellere anche i cittadini comunitari». Il ministro pensa a vere espulsioni, «come per i clandestini», non a rimpatri assistiti e volontari, ma «naturalmente solo per chi viola la direttiva che fissa i requisiti per chi vive in una altro stato membro: reddito minimo, dimora adeguata e non essere a carico del sistema sociale del paese che lo ospita. Molti rom sono comunitari ma non rispettano nessuno di questi requisiti».
«Dopo la Cei e il Papa, arriva alle orecchie del governo italiano anche il monito sacrosanto della Commissione Europea che ha invitato gli stati membri ad attuare le regole comunitarie sull'immigrazione e sulla libera circolazione delle persone», ha commentato il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando. «Ci dispiace - ha aggiunto - per il ministro Maroni e per quanti vorrebbero fare un uso discriminatorio e razzista di principi come legalità e sicurezza».