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Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2010 alle ore 11:48.
L'attacco degli insorti Shebaab ad un hotel di Mogadiscio ha causato 30 morti, di cui sei deputati. La conferma è arrivata dal vice premier somalo. «Trenta persone sono rimaste uccise nell'attacco: sei sono membri del parlamento e quattro sono alti funzionari del governo» ha detto. stilando un nuovo bilancio dell'attacco, il vice premier Abdirahman Haji Adab Ibbi.
«Le altre 20 vittime sono civili innocenti» ha aggiunto il responsabile precisando che nel momento in cui le truppe hanno circondato l'edificio due assalitori si sono fatti saltare in aria. La polizia somala ha catturato uno dei tre terroristi. Intanto proseguono gli scontri ripresi fin da stamattina a Mogadiscio, dopo che ieri le milizie islamiste di Al-Shabab hanno lanciato una "massiccia" offensiva contro le forze governative somale, sostenute dalle truppe dell'Unione Africana (Amisom).
I miliziani somali Shebab sono diventati negli ultimi anni i rappresentanti di Al Qaida nell'Africa orientale. La nascita del gruppo Shebab risale al 2006, quando era ancora il Movimento della gioventù delle Corti islamiche, che allora governavano la Somalia. Di fronte all'avanzata delle truppe etiopi, i leader delle Corti islamiche lasciarono il Paese, mentre i miliziani rimasero in Somalia per combattere i militari di Addis Abeba, unendosi sotto il nome di Shebab (giovani). Oggi, i miliziani chiedono il ritiro delle truppe straniere presenti nel Paese nell'ambito della missione africana Amisom e affermano di voler applicare la legge islamica nella sua interpretazione più rigida.
Nell'ottobre 2008, gli Shebab hanno organizzato attacchi suicidi simultanei nelle due regioni autonome del nord della Somalia, Puntland e Somaliland. Nel corso del 2009, la Somalia è stata la meta di numerosi combattenti stranieri, tanto da far ipotizzare la nascita di un nuovo santuario di al Qaida nel Paese del Corno d'Africa. Tuttavia il movimento non è omogeneo: un attacco suicida messo a segno a Mogadiscio alla fine del 2009, durante la consegna di diplomi di laurea, aveva scatenato un dibattito interno al vertice dell'organizzazione, tra "stranieri" e somali. Oggi sembra aver prevalso la linea dura del movimento, che rilancia spesso l'idea di una jihad mondiale, come raccomandato da al Qaida.