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Il finiano Urso al Sole.com: «Non è detto che facciamo un partito e la pace è possibile»

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Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2010 alle ore 13:42.

In mezzo allo scontro durissimo tra Umberto Bossi e l'Udc la sua richiesta è passata quasi inosservata. Eppure il viceministro Adolfo Urso, "colomba" finiana, continua a tentare di ricucire la frattura tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini e al Sole24ore.com ribadisce la sua offerta. «Se decidessero di annullare la riunione dei probiviri sarebbe un ottimo segnale per cominciare ad avviare una ricomposizione». Dunque niente nuovo partito? «Perché no - risponde Urso - purché si vada davvero verso un percorso congressuale chiaro e si gettino le basi per un dialogo corretto tra maggioranza e minoranza». E intanto nel Pdl il sindaco di Roma Gianni Alemanno smentisce l'ipotesi di un ticket con il Cavaliere in caso di voto anticipato.

Dalla sponda finiana, dopo la proposta di Italo Bocchino precisata ieri (un governo Pdl più moderati con Udc senza Bossi), arrivano dunque segnali di pace, ma la riunione dei probiviri, fissata per il 16 settembre, per ora resta in calendario. «Il collegio - spiega un berlusconiano molto vicino al Cavaliere - dovrà valutare la compatibilità tra l'appartenenza al Pdl e la costituzione di gruppi parlamentari autonomi, ma è chiaro che, se a Mirabello Fini lancerà un nuovo partito, ai probiviri non resterà che prendere atto e assumere i provvedimenti conseguenti». Ossia l'espulsione certa dei tre finiani deferiti Italo Bocchino, Fabio Granata e Carmelo Briguglio, decisione definitiva e non appellabile. E la fine di ogni rapporto tra Berlusconi e l'ex leader di An.

Perché più che la riunione dei probiviri sembra essere Mirabello il vero spartiacque nel futuro dei rapporti tra finiani e berlusconiani. Nascerà lì il nuovo partito del presidente della Camera, come vaticinato da alcuni falchi di Futuro e libertà? Urso lo esclude. «Io non ci credo affatto - chiarisce il viceministro - e penso che Fini lancerà piuttosto il suo messaggio politico al popolo della destra che, voglio ricordarlo, era rappresentato da 5 milioni di elettori prima che An confluisse nel Pdl. Non ci saranno fughe in avanti e io parlo sempre a ragion veduta». Come dire, un nuovo partito non è scontato e comunque dipende tutto dall'atteggiamento che terranno i berlusconiani.

Sulla carta la riunione del 16 settembre può essere sconvocata solo dal presidente, il filosofo Vittorio Mathieu, già alla guida dei probiviri azzurri. «Il collegio è un organo autonomo - spiegano da ambienti berlusconiani - e, stando allo statuto, nemmeno il premier può cancellare la riunione del 16 settembre». Questioni di lana caprina visto che il nodo è politico. Anche perché i probiviri non dovranno decidere solo delle sorti dei tre falchi finiani, ma anche di tutti coloro che hanno dato vita a gruppi parlamentari autonomi sia a livello nazionale che locale. «Noi non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione scritta - prosegue ancora Urso - ma abbiamo appreso dai giornali della decisione dei "giudici" di via dell'Umiltà di valutare tutti coloro che hanno dato vita a gruppi autonomi diversi dal Pdl».

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Non solo i parlamentari nazionali di Fli, ma anche eventuali "scissionisti" locali e qui potrebbe esserci "l'inghippo", come spiega Urso. «Se si arriverà al 16 settembre - aggiunge il viceministro - allora bisognerà valutare anche i "lealisti" siciliani (il gruppo del Pdl che fa capo a Schifani e Alfano e che non appoggia il governo Lombardo, ndr) perché anche lì si è costituito un gruppo diverso dal Pdl ufficiale e quella vicenda dovrà essere esaminata prima visto che l'uscita dei "lealisti" risale a un anno e mezzo fa». Insomma, chi di spada (giudiziaria) ferisce di spada rischia di perire. Tenendo conto che, se il collegio andrà fino in fondo, i finiani pronti a dare del filo da torcere a Berlusconi e ai suoi. «È chiaro che non nascerà un nuovo partito il giorno dopo - precisa Urso - non siamo così sciocchi, ma se ne vedranno delle belle». Cioé? «Faremo come i coloni inglesi d'America con la madrepatria». Più chiaro di così...

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