Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2010 alle ore 16:49.
Dalle pagine del suo giornale, fine interprete degli umori del centrosinistra, non ha mancato di bacchettare l'intervento di ieri di Walter Veltroni, giudicandolo fuori tempo massimo. Perché altre ora sono ormai le strade che il Pd sembra deciso a imboccare. Ma non è l'unica critica che il direttore di "Europa", Stefano Menichini, rivolge ai democratici.
Ieri scriveva che nel Pd manca un leader credibile che si metta alla guida dell'alleanza costituzionale proposta da Franceschini. Perché?
Per una serie di scelte fatte il Pd si è precluso l'ambizione di essere l'alternativa di Berlusconi nel momento in cui la crisi del berlusconismo deflagrava. Un po' perché nessuno poteva immaginare una simile accelerazione degli eventi e un po' per ragioni più antiche.
Quali?
La delusione dell'esperienza di Veltroni è stata tale che il partito si è fortemente ritratto, rinunciando all'ambizione di parlare a tutto il paese, anche agli elettori del centrodestra in uscita dal Pdl.
Ieri Veltroni è tornato a battere un colpo. Si prepara a riprendersi la ribalta?
Sicuramente è una discesa in campo, ma non per questa fase politica perché nella lettera l'ex segretario non si propone come leader del centrosinistra in caso di elezioni anticipate, ma pone un orizzonte politico che traguarda Berlusconi e questo bipolarismo, aggirando un po' l'emergenza attuale che Bersani e Franceschini pensano di poter affrontare con un'altra formula.
La famosa "alleanza costituzionale". È una ricetta credibile?
È una formula che ha un senso in una situazione emergenziale come quella che stiamo vivendo. Certo organizzarla politicamente ed elettoralmente richiede un nome efficace, ma soprattutto delle scelte su tutti si ritrovino e una leadership all'altezza.
Esiste un candidato nel panorama attuale?
Non c'è un nome immediato. Di volta in volta è stato trovato una personalità o all'interno del mondo politico oppure, opzione che mi risulta preferita da Bersani, al di fuori dei partiti. Ed è chiaro che, se ci si presenta davanti agli italiani e si dice voltiamo pagina e chiudiamo con il partito degli ultimi 10-15 anni, allora il leader non può essere uno di quelli che va per la maggiore attualmente.
Vendola e Chiamparino vanno per la maggiore…
Allo scenario di un'alleanza costituzionale non corrisponde una leadership di quel tipo. Bersani, Vendola, Chiamparino andrebbero bene in un altro scenario, molto più probabile se si andasse rapidamente al voto: cioè quello di un'alleanza più ristretta tra Pd, Idv e Sel. Ma non sarebbe una novità.