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Economia Politica economica

Quattro leve per la crescita

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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2010 alle ore 08:04.

Oltre il ring della politica e il confronto sulla sopravvivenza della legislatura inizia già a delinearsi l'agenda economica per l'autunno. Sul governo e sulla tenuta della maggioranza si addensano incognite che potrebbero paralizzare o rallentare alcuni interventi, ma ad ogni modo in calendario sono fissati i primi appuntamenti per ricominciare a parlare di sviluppo. Una stagione virtuosa di riforme, è la richiesta avanzata dalla presidente di Confindustria Emma Marcegaglia in un'intervista al Sole 24 Ore del 13 agosto (oggi la Marcegaglia sarà al Meeting di Rimini, dove interverrà anche il ministro Giulio Tremonti).

Un progetto di futuro contro la recessione è invece la formula con la quale l'ad di Intesa Sanpaolo Corrado Passera ha aperto nei giorni scorsi la kermesse riminese. Si ripropone così il dibattito tra rigore fiscale e politiche di crescita in una fase in cui, mentre export e ordini delle imprese offrono buoni segnali, le prospettive di investimento restano asfittiche e i consumi sono debolissimi. Trovare una sintesi perfetta è impresa titanica ma, al netto di un'escalation dei dissidi della maggioranza, alcune linee sono già tracciate. Ricerca; liberalizzazioni secondo la ricetta del ministro dell'Economia Tremonti (ovvero semplificazioni); Mezzogiorno e infrastrutture; energia con la transizione verso il nucleare: in autunno si ripartirà da qui.


La ricerca è l'unica voce della spesa pubblica sulla quale, a detta di Tremonti, si deve fare uno sforzo in più. Alla ripresa si lavorerà per portare al traguardo il Piano nazionale della ricerca 2010-2012 messo a punto dal Miur e sul quale già prima dell'estate era atteso l'esame del Cipe. Le risorse preventivate dai tecnici della Gelmini ammontano a 15,7 miliardi, incluse quelle che dovranno essere gestite da altri ministeri e dalle regioni, ma l'ultima parola sulle somme che verranno effettivamente impiegate, in gran parte a valere su fondi europei, spetta al Tesoro.
Più articolato il mosaico delle liberalizzazioni. Sfumata la nomina di Paolo Romani, il ministero dello Sviluppo economico resta orfano di un titolare a quasi quattro mesi dalle dimissioni di Claudio Scajola e il disegno di legge annuale sulla concorrenza, consegnato a luglio a Palazzo Chigi, giace ancora nel cassetto. Del resto Tremonti preferisce puntare sulle semplificazioni piuttosto che su una nuova "lenzuolata". La Scia, segnalazione certificata di inizio attività per imprese ed edilizia, è già entrata nella manovra convertita in legge a luglio. Ma il menu è più ricco. Alla ripresa torna in commissione al Senato il ddl Brunetta-Calderoli con un mix di interventi anti-burocrazia che va dalle cartelle cliniche alle pagelle elettroniche. Senza dimenticare che nell'altro ramo del Parlamento proseguirà il cammino dello Statuto delle imprese, una carta a tutela delle pmi messa a punto da una squadra di parlamentari bipartisan. C'è più tempo a disposizione – ma si inizierà comunque a ragionarci – per mettere a punto i regolamenti che dovranno attuare ulteriori misure di semplificazione per il «sistema produttivo e la competitività delle imprese» inserite in manovra.

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Tags Correlati: Cipe | Claudio Scajola | Confindustria | Consiglio dei Ministri | Corrado Passera | Emma Marcegaglia | Giulio Tremonti | Intesa Sanpaolo | Legislazione | Ministero dello sviluppo economico | Ministero del Tesoro | Paolo Romani | Raffaele Fitto | Senato | Sud

 


Piatto forte del "pacchetto d'autunno" sarà ovviamente anche il Mezzogiorno. Dopo un percorso accidentato, con tanto di passaggio di consegne dall'ex ministro Scajola al ministro per i Rapporti con le regioni Raffaele Fitto, il piano per il Sud dovrebbe finalmente vedere la luce partendo da un base minima di 7 miliardi da riprogrammare tra vecchi fondi Fas ed europei 2000-2006 mai spesi o bloccati. Il focus sarà sulle grandi infrastrutture, a partire dal Ponte sullo Stretto e dal completamento della Salerno-Reggio Calabria, ma per attrarre nuove imprese si potrebbero anche mettere in moto le zone a burocrazia zero coniate da Tremonti in sostituzione delle zone franche con vantaggi fiscali promosse in precedenza dal ministero dello Sviluppo.


L'urgenza del rigore e il quotidiano confronto sulla politica economica hanno per qualche mese assopito il dibattito sul nucleare. Anche questo tema, tuttavia, alla ripresa d'autunno rientrerà prepotentemente in gioco: entro ottobre il Consiglio dei ministri dovrà approvare il documento strategico che sarà concordato da Sviluppo economico, Ambiente e Infrastrutture. Si tratterà di definire quante centrali, e con quale tecnologia, dovranno entrare in attività. Non un documento qualunque: sarà la premessa per riattivare un ciclo di investimenti in campo energetico, un'altra piccola spinta per riagganciare la crescita.

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