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Questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2010 alle ore 12:05.
La linea si annuncia durissima. Almeno a giudicare dalle parole di uno dei coordinatori del Pdl, Ignazio La Russa. Che oggi, in una intervista al Giornale, ha chiarito la posizione del partito rispetto a quei parlamentari di Futuro e Libertà che hanno anche incarichi a livello locale. Ieri, infatti, lo stesso La Russa aveva annunciato che i deputati e i senatori di Fli, che sono anche coordinatori regionali o provinciali, saranno convocati nella prima settimana di settembre per chiarire la loro posizione.
Oggi, però, La Russa anticipa il possibile esito della convocazione. «In un partito - spiega il ministro della Difesa - , il ruolo di coordinatore, ai vari livelli territoriali, è fiduciario e se uno aderisce a un'altra formazione la fiducia viene meno. Quindi sceglieremo altri coordinatori nei territori dove i coordinatori sono attuali sono aderenti ai gruppi finiani». La Russa, poi, sgombra il campo da equivoci mettendo a tacere quanti, nel Pdl, hanno letto la decisione di ieri come una mossa voluta soprattutto dagli ex An smarcatisi da Gianfranco Fini. «La decisione - prosegue il ministro - è stata presa nell'ultimo vertice del Pdl ed è molto più morbida rispetto alle richieste pressanti della baseche ci chiedeva di espellere tutti i signori che tengono in piedi in due scarpe».
Dunque una via molto più "soft" rispetto alla strada della "tolleranza zero" chiesta dalla base. Nel mirino ci sono per ora cinque parlamentari che hanno un incarico locale nel Pdl: Roberto Menia (vicecoordinatore regionale in Friuli Venezia Giulia), Enzo Raisi (coordinatore provinciale a Bologna), Luca Bellotti (vicecoordinatore provinciale a Rovigo), Giulia Cosenza (coordinatrice provinciale ad Avellino), Egidio Digilio (vicecoordinatore regionale in Basilicata). Questo per quanto riguarda i parlamentari, ma ci sono anche altri esponenti di Fli, che non siedono alle Camere e che hanno un ruolo nel Pdl: il vicepresidente dell'Abruzzo, Alfredo Castiglione (vicecoordinatore grande città a Pescara), il consigliere regionale sardo Ignazio Artizzu (coordinatore provinciale a Cagliari) e Gianfranco Gadolla (coordinatore grande città a Genova).
Insomma, il clima dentro il Pdl, malgrado i tentativi di disgelo con Fini avviati dalla Lega Nord, resta molto teso. E a rasserenare gli animi non contribuisce nemmeno la volontà, ribadita dallo stesso La Russa, di proseguire senza tentennamenti anche sull'altro fronte disciplinare, quello del deferimento ai probiviri dei tre "falchi" finiani: Italo Bocchino, Carmelo Briguglio e Fabio Granata. «Nessun input politico, nessuna retromarcia», aveva detto infatti ieri il ministro. «Ora tocca al collegio dei probiviri (convocato per il 16 settembre, ndr) e noi non abbiamo il potere di ritirare il deferimento». In effetti, a rigor di statuto, solo il presidente ha il potere di "sconvocare" il collegio, che è un organo autonomo e dunque non risponde a input esterni. Il nodo è ovviamente tutto politico ed è reso ancora più intricato dalla scelta di convocare i parlamentari di Fli, bollata dal viceministro Adolfo Urso come «una procedura poliziesca» e stigmatizzata perfino dal senatore Andrea Augello, che si è sempre prodigato per ricucire la frattura tra le due sponde del Pdl. «Così si accelera la scissione».