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Questo articolo è stato pubblicato il 28 agosto 2010 alle ore 20:14.
Non si sbilancia su Walter Veltroni, la cui lettera-manifesto di qualche giorno fa ha sollevato un acceso dibattito dentro il Pd ed è stata vista come l'anticamera del possibile ritorno in campo dell'ex segretario («c'è posto per tutti e in particolare per lui che è stato un grande dirigente del nostro partito»). E conferma la volontà dell'opposizione di portare avanti la battaglia per cambiare "il porcellum", anche se dalla maggioranza è già partito lo sbarramento a qualsiasi tentativo di modifica. «Il discorso di una nuova legge elettorale andrà avanti e lo faremo andare avanti». È un Pierluigi Bersani battagliero quello che si è presentato a Torino dove si apre oggi la festa nazionale dei democratici.
Il segretario si muove a 360 gradi ma esordisce lanciando un nuovo messaggio a Silvio Berlusconi. «Qui a Torino - dice - parleremo poco di lui e molto di Italia». Quanto alle critiche che il Cavaliere aveva rivolto alla proposta del segretario («basta con le ammucchiate»), il numero uno dei democratici ribadisce il concetto già espresso giorni fa. «La nostra - avverte - non è un'ammucchiata, l'ammucchiata è quella che sta facendo il centro-destra». Cui comunque Bersani guarda con estrema attenzione, seguendo passo passo gli sviluppi del confronto interno al Pdl tra berlusconiani e finiani. Divisi dal nodo giustizia, e in particolare dal processo breve. «Se Berlusconi - tuona il segretario - pensa di mandare avanti queste norme che titola "processo breve" ma che significano cancellazione di processi e in particolare di un processo, avrà contro un'opposizione molto forte». E alla maggioranza invia un segnale chiaro. «Mi aspetto - aggiunge Bersani - che dal centro-destra venga qualche elemento di coerenza rispetto a quello che si è detto fin qui».
Non fa nomi il leader dei democratici, ma è chiaro il riferimento a Gianfranco Fini e ai suoi che hanno già manifestato perplessità sulla norma. Ma non è l'unico sottinteso riservato alla pattuglia dell'ex leader di An. Perché Bersani li aveva tirati in ballo anche parlando di legge elettorale. «Credo che il tema che ho sollevato possa essere apprezzato anche da una parte del centro-destra». Lo aveva detto anche ieri commentando le risposte al suo intervento lanciato dalle pagine di Repubblica. «Credo che con Fini si possa discutere di assetti costituzionali e di legge elettorale perché queste sono le regole del gioco».