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Questo articolo è stato pubblicato il 30 agosto 2010 alle ore 22:26.
Le mura e il portone a sinistra della casa di Marco Biagi, in via Valdonica 14 a Bologna, sono ricoperti di graffiti. Che sono pure brutti: nella firma Artcats, non c'è nemmeno l'ombra della genialità estetica e politica di un Bansky, il grande artista di strada inglese. Di fronte all'abitazione del giuslavorista ucciso dalle nuove Br, a fianco dell'ingresso del bar Camera Sud, una rotonda grafia femminile ha scritto "ma insomma noi dove andiamo se voi chiudete con le galline?". Poco più in là, si viene informati sulle virtù erotiche di una ragazza, una certa Dani, che "a letto ti spacca".
A Bologna la regola italiana dei centri storici salotto, con palazzi ristrutturati, legge e ordine perfino nel controllo del disco orario e poi le periferie speriamo che non esplodano, viene ribaltata. La vera periferia è il centro. Dove proliferano i comitati civici e sale la tensione fra gli studenti universitari e la piccola e alta borghesia indigena, che sta sempre più invecchiando. A Bologna il commissario prefettizio Anna Maria Cancellieri è molto amato e sta riscattando il vuoto istituzionale creato dallo scandalo donne e fatture con soldi pubblici in cui è caduto il sindaco prodiano Flavio Delbono.
«Ma il problema si inserisce in una precisa deriva storica», riflette Fausto Anderlini, un intellettuale raffinato della vecchia tradizione italo-emiliana del Pci che oggi dirige il servizio studi per la programmazione della Provincia. «La nostra città vive una condizione paradossale. C'è una periferia felix, rappresentata dai suoi quartieri più esterni e dai primi comuni, e un centro che soffre. Intendiamoci: omicidi, aggressioni e stupri accadono qui come accadono ovunque. E Bologna non è Scampia. Ma, certo, la Bologna di oggi non è quella di trent'anni fa». Una valutazione condivisa dall'editore Federico Enriques, presidente della Zanichelli, che da 50 anni abita qui: «Questa città non è insicura, anche se l'altra sera nel mio garage, nella centralissima via San Vitale, sono entrati i ladri e mi hanno portato via la bicicletta», racconta.
Sul sito della questura il fatto del giorno di venerdì scorso era "tenta di rubare bicicletta, ma viene scoperto", mentre ieri era "tenta di derubare barista, ma una volante di passaggio lo blocca subito". Anche se, probabilmente, la situazione è più complessa: secondo Il Sole 24 Ore del Lunedì dello scorso 1 marzo, che ha elaborato i dati del ministero degli Interni sul primo semestre del 2009, Bologna è al quarto posto fra le città italiane per numero relativo dei delitti: ogni diecimila abitanti, qui se ne sono consumati 323. Con un particolare, però: un calo del 13,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno prima, il maggior miglioramento fra le città italiane. Inoltre, se si considerano reati come i furti nelle abitazioni, le rapine, gli scippi e le estorsioni, Bologna esce dalla classifica delle prime dieci città.