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Questo articolo è stato pubblicato il 02 settembre 2010 alle ore 17:00.
«Tutto risponde al desiderio di svolgere un importante appuntamento politico nazionale fuori dal rumore di fondo di una guerra politica fallimentare», si legge nel depliant della kermesse. E, in effetti, a Labro, borgo medievale abbarbicato sull'Appennino, tra il reatino e il ternano, dove comincia oggi la prima festa nazionale di Alleanza per l'Italia, la creatura battezzata da Francesco Rutelli nove mesi fa, le polemiche dei palazzi romani arrivano come un rumore di sottofondo. Perché qui, in quello che è considerato il centro geografico della penisola, l'ex sindaco di Roma insegue un progetto assai ambizioso: cominciare a tratteggiare i contorni di un terzo polo.
E poco importa se altrove si discute ancora di elezioni e di scontri interni, qui l'attenzione è tutta sulla creazione di una nuova aggregazione. I cui confini cominciano via via a essere delineati. Così, in questo piccolo e spettacolare anfratto del paese, Rutelli, ha voluto chiamare a sé i possibili interlocutori di questa sfida. E basta scorrere il programma per rintracciare i nomi di Pier Ferdinando Casini (atteso nel pomeriggio) e di Raffaele Bonanni, ma anche di Pierluigi Bersani (che discetterà di alleanze domani con l'ex ministro Linda Lanzillotta) e Gianfranco Fini. Il cui intervento, al momento non confermato, è atteso per sabato, alla vigilia di un altro appuntamento cruciale: il discorso dell'ex leader di An a Mirabello, nella prima kermesse dei finiani. «È un posto incredibile - racconta un Rutelli emozionato alle prese con gli ultimi preparativi - speriamo che tutto regga organizzativamente».
Ma i timori per una scelta logistica coraggiosa, all'insegna di costi contenuti e di un ricco calendario (26 dibattiti, 120 partecipanti e 11 appuntamenti culturali), scompaiono se si passa a parlare invece di obiettivi. «I nuovi scenari politici - avverte l'ex vicepremier - non sono figli di alchimie tra partiti e partitini, per noi il punto cruciale è un altro e si chiama crisi economica in un paese fermo, inchiodato, in condizioni di estrema difficoltà». Per questo da Labro Rutelli si attende «contenuti, ricette per la crescita perché è l'unica strada per restituire dinamismo all'economia e far ripartire una occupazione che langue». E sulle alleanze il vicepremier ha le idee chiarissime. Parla senza mezzi termini di «fallimento del maggioritario che ha fatto venire fuori il peggio di questo paese». E non ha nostalgia del passato. «Il governo Prodi è stato inchiodato da una coalizione troppo lunga, non dobbiamo ripetere quell'esperienza di cui tutti abbiamo sofferto». Lo aveva detto anche nei giorni scorsi davanti alla proposta di «un nuovo Ulivo» lanciata da Pierluigi Bersani. «Siamo amichevolmente rispettosi del suo tentativo, ma è difficile coniugare uno spirito riformista con un'alleanza molto sbilanciata a sinistra, con Vendola e l'Idv». «Non alchimie politiche», ripete anche ora Rutelli, «ma proposte precise, è questo che ci interessa».