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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2010 alle ore 09:14.
Là sotto, intrappolati a 700 metri di profondità, ci sono minatori, minatori esperti, carrellisti, meccanici e addetti agli esplosivi. Tutti di qui, della regione di Atacama. Famiglie povere, destini segnati dalla fatica.
Per la verità uno di loro ce l'aveva fatta. Franklin Lobos, classe 1957, una passione per il futbol, è stato un centrocampista di razza. Ha militato nelle migliori squadre cilene e ha giocato con la maglia de la roja, la nazionale. Ha appeso le scarpe al chiodo nel 1995, poi la vita l'ha portato in miniera: autista, nelle viscere della terra.
Trasportava materiali dall'occhio della miniera fino a su, in superficie.
Una storia incredibile, la sua. Impossibile immaginare qualcosa di simile per uno dei nostri azzurri. Franklin non ha accettato affari torbidi né lavori da testimonial, ha deciso di lavorare sotto terra per mille dollari al mese, pochi ma sufficienti per pagare l'università alle sue figlie, Claudia e Carolina. Tutti i giorni su e giù tra i tunnel della montagna maledetta.
Il fratello Abraham, al campamento Esperanza, è un tipo ruvido, di poche parole. «Franklin es un hombre onesto». Più loquace Ivan Zamorano, ex attaccante di Inter e Real: «Le sue punizioni erano micidiali, sapeva dare un effetto imprevedibile, un vero campione». Lo chiamavano el mortero magico, il mortaio magico. Prima ancora el bombardero de Atacama, quando nel 1985, grazie ai suoi gol, spinse il Cobresal, (rame e sale) una squadretta, ai vertici del campionato cileno, consentendole di partecipare alla Coppa Libertadores, la Champions League sudamericana. Di fans a ne aveva a migliaia, Lobito, questo il diminutivo, per il suo fisico minuto.
Chissà come rivede la sua vita, in queste lunghe settimane. Un tempo zoomato dai fotografi mentre calcia una punizione, poi un lavoro infame, buio e fuliggine. Ora durante quest'attesa interminabile, ancora sotto i riflettori. Questa volta una webcam, calata negli inferi della terra dalla protezione civile cilena. Lobito ci mette davanti il suo simpatico faccione e fa sapere alle sue adorate figliole di star bene.
Sono in tanti ad aspettarlo, soprattutto qui. Sì perché quando può, la domenica, scende ancora in campo con i dilettanti del Comercio de Copiapò. Non è proprio uno stadio: niente erba, due porte e una tribuna strappate al deserto di Atacama. Fuerza mortero! Per te un pensiero in punta di piedi.
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