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Questo articolo è stato pubblicato il 04 ottobre 2010 alle ore 09:23.
Dopo 153 giorni il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, ha sciolto la riserva ed è salito al Quirinale dal presidente Giorgio Napolitano con il nuovo ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani. La cerimonia di giuramento del neoministro, nella sala della Pendola, non è durata neppure lo spazio di un quarto d'ora. Formula di rito, saluti e stop. Nessun applauso, nessun brindisi. E soprattutto nessun colloquio, a margine del giuramento, tra il presidente Napolitano e il premier.
Commentando la nomina di Romani , il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ha detto di aspettarsi innanzitutto «che il nuovo ministro convochi subito sindacati e aziende che sono stati ad aspettare soluzioni alle crisi per avere certezze sugli investimenti». E il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, ha chiesto al nuovo ministro di «risolvere in tempi brevi i 140 tavoli di crisi aziendali", aperti al ministero dello Sviluppo economico.
Una vita e una carriera nel segno delle tv private e di Forza Italia. Proprio come Silvio Berlusconi, che con il Vice Ministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani condivide anche l'area di residenza, a nord di Milano. La carriera di Romani, nato a Milano nel settembre del 1947 e cresciuto a Monza, sposato con tre figli, inizia nel mondo pioneristico delle prime tv private nate negli anni settanta in quella Milano a un passo dal trasformarsi nella città «da bere» e dove si stavano sviluppando anche gli affari di Berlusconi. Nel 1974, dopo una prima esperienza a TeleLivorno con Marco Taradash, dove si era trasferito da adolescente con la famiglia, Romani torna in Lombardia e nel 1976, proprio quando iniziano le trasmissioni di quella Telemilano che diventerà poi Canale 5, inaugura la concorrente Milano Tv, specializzata in film d'autore e che oggi trasmette ancora con il nome di Rete A. Ne è direttore generale fino al 1985, l'anno seguente la lascia per diventare amministratore delegato di TeleLombardia, di proprietà di Salvatore Ligresti. Caso piuttosto raro, nello stesso periodo Romani, come si legge nel suo profilo nel sito del governo, fa il corrispondente di guerra da dalla Romania sconvolta dal crollo di Ceaucescu, poi dalla ex Jugoslavia e si occupa anche di Iran e Iraq.