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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2010 alle ore 19:56.
BRUXELLES. «Solo il presidente della Commissione dovrebbe fare dichiarazioni e a nessun altro commissario dovrebbe essere consentito di parlare in nome dell'esecutivo comunitario». Un vecchio cavallo di battaglia del premier italiano Silvio Berlusconi quello riproposto oggi dal presidente del Consiglio nel corso del vertice europeo.
Sotto accusa Il commissario agli Affari Interni Viviane Reding che aveva accusato i francesi di comportarsi con i Rom come i nazisti. Berlusconi, giunto in ritardo al Consiglio Ue per un guasto all'aereo è intervenuto nel corso della colazione per sostenere le posizioni francesi a favore di un maggior coinvolgimento della Commissione sui problemi dei rom e della loro integrazione.
Berlusconi e Sarkozy hanno poi avuto un colloquio a quattr'occhi durante il quale il presidente francese lo ha abbracciato dicendo :«I veri amici si vedono nel momento del bisogno, non lo dimenticherò mai Silvio».
Quanto al premier italiano ha abbandonato la sede del Consiglio senza rilasciare alcuna dichiarazione. Ma sono ormai molti mesi che Berlusconi non scende più nella grande sala briefing riservata all'Italia nel palazzo Justus Lipsius e concede solo qualche dichiarazione all'uscita o nelle frequenti incursioni tra gli antiquari del Sablon. Questa sera neppure quello.
In serata la Farnesina ha fatto sapere che il presidente del Consiglio ha auspicato fortemente - nel corso del Consiglio europeo di Bruxelles - «l' opportunità che nelle politiche che richiedono azioni comuni europee gli organismi comunitari esercitino una paziente e dettagliata consultazione con i paesi interessati, prima di adottare iniziative che possano sembrare improntate a critica o contestazione di comportamenti adottati dagli Stati membri nel rispetto delle leggi e dei regolamenti comunitari».