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Questo articolo è stato pubblicato il 19 settembre 2010 alle ore 20:21.
La coalizione di centrodestra «l'Alleanza», guidata dal primo ministro Frederik Reinfeldt, ha vinto le elezioni politiche in Svezia, senza però raggiungere la maggioranza necessaria a formare da sola un nuovo governo, per il quale potrebbero chiedere un appoggio anche ai verdi così da colmare il gap di due seggi per la maggioranza assoluta.
Resta una vittoria storica, perché per la prima volta dal dopoguerra il centro-destra viene confermato alla guida del paese e perché i socialdemocratici non erano mai scesi così in basso nel consenso dal lontano 1914. L'altra novità della tornata elettorale è l'ingresso in Parlamento per la prima volta dell'estrema destra xenofoba, i «Democratici di Svezia» (Sd) di Jimmi Akesson, che con il 4,6% dei voti hanno superato la soglia necessaria (4%) a conquistare seggi. Segui il racconto delle elezioni svedesi sul blog di Christian Rocca da Stoccolma.
L'Alleanzadi quattro partiti guidata da Reinfeldt ha ottenuto il 49,1% e un suo secondo mandato è un'altra prima assoluta in un secolo di storia del Paese scandinavo, in cui i socialdemocratici hanno dominato la scena politica per 80 anni. Sconfitto il centrosinistra, che puntava su una donna, Mona Sahlin, per recuperare il primato perduto quattro anni fa e che si è fermato al 45% dei suffragi.
L'estrema destra di Akesson, 31 anni, da cinque leader di Sd, è da tempo presente negli enti locali e si ritrova dunque a fare da ago della bilancia con i loro 20 deputati. Anche se negli ultimi giorni di campagna elettorale sia Reinfeldt che Sahlin hanno categoricamente escluso una collaborazione con il partito xenofobo e anti-islamico. «Non li toccherei neanche con le pinze», aveva detto nei giorni scorsi il premier uscente, mentre Akesson aveva tuonato contro gli altri partiti, prevedendo la storica svolta: «Per il semplice fatto di trovarci in parlamento, li spaventeremo e li costringeremo ad adattarsi».
In un Paese che ha fatto registrare una ripresa economica tra le più forti in Europa (che però è stato sfavorito dal fatto di non essere entrato nell'area euro) e uno stato delle finanze pubbliche tra i più sani, la campagna elettorale è stata dominata dai temi del welfare e delle politiche fiscali, con il governo che ha rivendicato i tagli alle tasse e ai benefit e l'opposizione che al contrario ha criticato l'indebolimento del celebre stato sociale svedese «dalla culla alla tomba».