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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2010 alle ore 17:37.
Due sconfitte e due pareggi in quattro partite, una posizione in classifica da retrocessione, il portiere Julio Sergio infortunato, tre giornate di qualifica a Mexes, e poi recriminzioni, uno spogliatoio in fibrillazione, i tifosi scatenati, una situazione societaria anomala e per lo meno difficile. La bomba Roma è pronta ad esplodere, se persino il tecnico Claudio Ranieri ha cercato di scacciare il fantasma di Marcello Lippi, evocandolo direttamente dopo la clamorosa sconfitta di ieri contro il Brescia. E se tutti concordano nell'affermare che l'arbitraggio del signor Russo è stato penalizzante con i giallorossi (per Ranieri è stato «da ricovero», per Rosella Sensi «una vergogna»). Vale la pena, allora, esaminare le difficoltà di un club che vive da tempo una situazione accidentata, soprattutto a livello societario, ben sapendo che la teoria del complotto, dell'attacco facile a una società indebolita, poichè in vendita, fa sempre breccia nel cuore dei tifosi della capitale. «Al Milan queste cose non mi sono mai capitate, certi rigori me li avrebbero senz'altro fischiati. Adesso ho capito la differenza che c'è tra stare al Milan e alla Roma», sentenzia Borriello, che si è perfettamente calato nella parte.
Al di là dell'arbitraggio e della sconfitta di ieri, comunque, è l'annata della Roma che si annuncia come molto particolare, per diversi motivi. Il primo è venuto allo scoperto ieri, con le parole esasperate del tecnico Ranieri a Sky, evidenziando le fibrillazioni all'interno dello spogliatoio nel quale l'allenatore sembra fortemente in bilico. «Purtroppo il ciclo di Ranieri è già finito», sostiene Alessio Di Francesco, reponsabile dei programmi sportivi di Radio Radio, storica emittente romana molto informata sull'universo giallorosso. «È un bravissimo tecnico, ma ha bisogno di tenere alta la tensione e di obiettivi chiari per lavorare al meglio. Invece si sta ripetendo per lui ciò che gli era già successo alla Juventus, e non mi riferisco solo alla questione Lippi. Ranieri sa benissimo che con questa squadra è impossibile ripetere il miracolo dello scorso anno e questa non è certo colpa sua».
Già, la squadra. Che è rimasta sostanzialmente quella dello scorso anno, dato che la società non ha potuto fare una seria campagna acquisti. Adriano è arrivato a parametro zero (ammesso e non concesso che sia un acquisto utile), Castellini in prestito, mentre per Borriello e Burdisso tutto è stato vincolato al via libera di Unicredit, con lo strascico di polemiche che queste operazioni si sono portate dietro, perchè, soggiunge Di Francesco - «con tutti i clienti (e gli sportelli) che la banca di piazza Cordusio ha nella capitale e nel Lazio, molti si sono chiesti perchè debba sborsare per gli acquisti dei calciatori. Resta il fatto che la As Roma viene sostenuta dalla politica, come risorsa fondamentale della città. Basta vedere l'attenzione con cui segue il caso il sindaco Gianni Alemanno, che non mi risulta essere un grande appassionato di calcio».