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Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2010 alle ore 14:40.
«Un secondo Rinascimento: il mondo verso la civiltà dell'empatia». È il tema della lectio magistralis che il professor Jeremy Rifkin, economista, pacifista e ambientalista americano, ha tenuto oggi alla Camera dei deputati, trasmessa in diretta sul sito del Sole 24 Ore. Ha introdotto il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, ricordando l'importanza delle teorie del professor Rifkin sull'avvenire della civiltà dell'uomo. Per Rifkin carbone, petrolio, gas e uranio sono al tramonto e il futuro è nell'energia distribuita, prodotta e diffusa da ampie reti sul modello di Internet.
«Quello che maggiormente colpisce nel pensiero di Rifkin - ha detto Fini - è lo sforzo di offrire una visione unitaria dell'uomo e della sua civiltà», in un momento in cui «s'avverte sempre più forte l'esigenza di uscire dall'unidimensionalità e dalla settorialità per offrire visioni globali della vita sociale». Per Fini «non si può non essere d'accordo con Rifkin quando ci avverte che viviamo in un'epoca di grandi opportunità, sconosciute alle generazioni precedenti ma, nello stesso tempo, anche di grandi rischi e di pericolose tendenze dissolutive».
Quello dell'empatia è un tema caro al professor Rifkin. Nel suo libro "La civiltà dell'empatia", uscito quest'anno, Rifkin considera lo sviluppo della società in relazione allo sviluppo della capacità di empatia tra individui. È proprio l'empatia, per Rifkin, a dare un vantaggio evolutivo all'uomo. Un ingrediente fondamentale, dunque, per la società, una sorta di collante sociale. Ma l'empatia può anche avere effetti perversi, aumentando l'entropia.
Rifkin ha iniziato il suo intervento parlando della fine della grande rivoluzione industriale, di quando il prezzo d'acquisto del petrolio ha raggiunto i 147 dollari al barile, picco della globalizzazione, seguito 60 giorni dopo dal crollo dei mercati finanziari. Il problema reale, per Rifkin, è che carbone, petrolio, gas e uranio sono al tramonto. Che «il futuro sta nell'energia distribuita», prodotta con fonti rinnovabili e diffusa tramite reti ampie e orizzontali, stile Internet. Ha detto che nei prossimi 30 anni ogni singolo edificio sarà convertito in una micro-centrale energetica, che produce più di quanto consuma. Una vera rivoluzione economica per tutto il mondo, dalle occasioni di lavoro alle possibilità di business per le piccole e medie imprese, alla valorizzazione degli edifici che porterà a una riscrittura del mercato immobiliare. Ogni edificio dovrebbe essere collegato in rete per offrire il surplus, mettendo in atto una rivoluzione energetica.