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Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2010 alle ore 15:54.
La televisione e la stampa britannica sono per antonomasia più libere e più indipendenti che in Italia. I suoi leader sono giovani e brillanti, a confronto con i settantenni che da decenni tirano le briglie della politica e dell'economia del nostro paese. Il modello della democrazia bipolare (parzialmente demolito dai risultati delle ultime elezioni) viene citato sempre come un esempio da seguire e imitare.
Insomma, sembra proprio che tutto funzioni oltremanica mentre dalle nostre parti mafia, corruzione e italico senso degli affari la fanno da padrone. Quanto c'è di vero e quanto è luogo comune in questa affermazione? Difficile dirlo. Bisognerebbe chiederlo a Beppe Grillo, che spesso usa l'espediente di parlare bene dell'estero e per parlar male dell'Italia. Lo ha fatto per parlare del suo viaggio nella capitale inglese, da cui ha tratto un Dvd (un grillo mannaro a Londra) e un libro: "Prendiamoci il futuro" (edito da Rizzoli).
L'indice è una cartina della città e i nomi dei capitoli sono le tappe del suo viaggio: Le chiuse del Tamigi, la sede della Bbc, la redazione dell'Economist, il ministero dell'Energia, il BedZed, il famoso quartiere a zero emissioni della capitale britannica e altri. In ogni capitolo copione è lo stesso: quanto sono bravi loro, quanto siamo pessimi noi. I temi sono quelli a cui il comico genovese ci ha abituato da tempo: le energie rinnovabili, la rete, la mobilità sostenibile e le nefandezze della classe politica italiana.
Spesso ricorre il paragone tra Londra e Milano, un confronto in cui la «capitale morale» d'Italia ne esce con le ossa rotte. Basti pensare ai risultati ottenuti in campo ambientale. Si parla della «congestion charge», introdotta dal sindaco Ken Livingstone nel 2003 che ha permesso di diminuire il traffico del 20%. Decisamente meglio dell'ecopass voluto da Letizia Moratti. E poi l'Expo, ancora ai blocchi di partenza, messo a confronto con le Olimpiadi di Londra del 2012 «greener than ever. Il Tamigi, le cui acque sono state depurate al punto che anche i delfini ci sguazzano, e l'inquinatissimo Lambro. Arrivati alla fine, vien voglia di emigrare.
Gli italiani - è la conclusione del comico - sono «zombie» di seconda generazione. Mentre quelli di prima generazione, descritti da Romero nella Notte dei Morti viventi, almeno avevano un obiettivo comune: divorare gli umani per sopravvivere, quelli di seconda neppure quello. Anzi, nel causare un danno al prossimo non riescono neppure a guadargnarci qualcosa.