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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2010 alle ore 07:52.
Il quoziente familiare per alleggerire il fisco, il federalismo per migliorare l'efficienza degli enti locali, le infrastrutture per ridurre il divario del Mezzogiorno. I punti programmatici per l'economia illustrati da Berlusconi non smentiscono le attese, pur offrendo degli spunti nuovi sugli interventi in cantiere. Tutti e tre i punti erano inseriti, con un livello di dettaglio diverso, già nel programma elettorale del Pdl del 2008. Riecheggiano ora, nel momento decisivo per la tenuta del governo, con riferimenti inevitabili anche alla crisi e al rigore dei conti pubblici con cui confrontarsi quando si punta a riforme e misure di sviluppo.
Più volte evocato, il quoziente familiare entra come elemento centrale nel passaggio dedicato al fisco. «Per le famiglie, soprattutto per quelle monoreddito delle fasce più deboli della popolazione, resta fondamentale l'obiettivo del quoziente famigliare». Dovrà essere, più in generale, una rigorosa analisi costi-benefici, con un occhio attento alle compatibilità del bilancio pubblico, ad accompagnare il varo «entro la legislatura» di norme che consentano «una graduale riduzione della tassazione su famiglie, lavoro, ricerca». Riduzione e semplificazione delle imposte è il doppio obiettivo.
Il riferimento al rigore accompagna almeno in altri due passaggi il discorso di Berlusconi, che tiene a difendere l'operato del governo di fronte alla «crisi economica che non è finita ma ha superato il picco» e a sottolineare il merito – dice – «di non aver compiuto l'errore di aumentare in deficit la spesa pubblica». Il premier cita, tra i provvedimenti presi in questi anni di crisi, la rete degli ammortizzatori sociali, la riforma delle pensioni, l'abolizione dell'Ici sulla prima casa, poi si sofferma sulla riforma delle riforme: il federalismo fiscale. Il primo obiettivo è smentire le teorie più pessimistiche che leggono nel nuovo assetto istituzionale solo un ulteriore indebolimento del Sud.
Sarà al contrario un «federalismo rigoroso e solidale – dice Berlusconi –, la cerniera unificante del paese, un vantaggio per tutte le aree dell'Italia, soprattutto per il Mezzogiorno». Una difesa dei principi del federalismo, dove l'unico riferimento concreto va alla cedolare secca sugli affitti, contenuta nel decreto attuativo sul fisco municipale che arriverà in parlamento nelle prossime settimane e che, secondo il premier, aiuterà «gli enti locali a godere di una maggiore autonomia fiscale».