Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2010 alle ore 11:24.
Il governo Berlusconi ha incassato la fiducia con 342 contro 275 no, 3 gli astenuti (Brugger e Zeller dell'Svp e Calearo, ex deputato Api). I presenti erano 620, i votanti 617. La maggioranza richiesta era di 309. Determinanti, dunque, i voti dei finiani e l'astension e dell'Mpa. Il risultato mostra, infatti, che il Governo, senza Fli e Mpa (hanno votato in 4 su 5), non può contare sui 316 voti necessari per avere la maggioranza assoluta alla Camera.
«Il presidente del Consiglio - ha subito dichiarato il finiano Carmelo Briguglio - ha dovutoprendere atto in aula che il gruppo di Futuro e libertà c'è, si è conquistato il suo spazio e ha creato un'intesa politica e programmatica con l'Mpa di Raffaele Lombardo, essenziale per l'esistenza stessa della maggioranza di governo. Il risultato del voto ha detto agli italiani che senza Futuro e libertà non ci sarebbe più questo governo».
Lapidario Bossi: «Nella vita é meglio prendere la strada maestra e la strada maestra é il voto.Berlusconi non l'ha voluto e ora siamo a questo punto». A questo punto, insistono i cronisti, chiederà nuovamente a Berlusconi di andare al voto? «Vedremo...», risponde bossi.
ORE 19. I FINIANI DEL "NO" E GLI ASSENTI Il finiano Fabio Granata ha votato no alla fiducia al governo chiesta dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Fuori aula «per dichiarazioni alla stampa» anche il deputato finiano Roberto Menia, che non ha votato la fiducia al governo. Fli invece, come linea, ha scelto di votare sì alla fiducia. Non hanno votato neanche Giancarlo Pittelli del Pdl e il presidente dell'Udc Rocco Buttiglione che, prima della chiusura della seduta, hanno chiesto e ottenuto di mettere a verbale che avrebbero votato, rispettivamente, i primi due a favore e il terzo contro la fiducia.In aula c'è grande attenzione al comportamento dei parlamentari. Per esempio l'ex Pd e ex Api Massimo Calearo, che ieri ha lasciato Rutelli per passare al gruppo misto, non ha risposto alla prima chiama. Poi si è astenuto. Un esponente di Mpa non ha votato.
ORE 19. BOCCHINO (FLI) PER LA FIDUCIA PREVEDE 306 VOTI «Io penso che si arriverà a 306 voti». È la previsione che Italo Bocchino affida ai giornalisti, conversando in Transatlantico alla Camera, sull'esito del voto di fiducia al governo.
ORE18, 23. INIZIATA LA CHIAMA PER IL VOTO DI FIDUCIA È iniziato alla Camera il voto di fiducia sul Governo posto dal premier Silvio Berlusconi sulle sue comunicazioni al Parlamento. Le votazioni sono palesi per chiamata nominale. A votare per primi, su loro richiesta, il ministro della Difesa Ignazio La Russa e il segretario del Pd Pierluigi Bersani. Esaurite le richieste personali di voto anticipato, la chiama è iniziata dal deputato Vassallo.
ORE 18,09. CASINI AL PREMIER: «LEI NON É ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE» «Dal 94 sono gli stessi buoni propositi - ha detto Casini in aula al premier - lei non è al primo giorno di scuola» e «se non li ha realizzati la colpa non può essere sempre e solo degli altri. Lei non può essere Alice nel paese delle meraviglie e qui le meraviglie non ci sono». Casini si è rivolto al premier dicendo: «io le voglio bene lei lo sa, è un mio punto debole, sono buono come lei. Ma oggi è venuto qui e ci ha spiegato che c'è stata una scissione nell'Udc. Io pensavo che fossimo qui perchè c'era stata una scissione nel Pdl di 35 deputati e 10 senatori... mi ero sbagliato, non avevo capito, sono uno sprovveduto». Il leader dell'Udc ha sottolineato il fallimento del bipolarismo e le promesse non mantenute. «Il premier ha presentato alla Camera un elenco di buone intenzioni», dal quoziente familiare al piano per la vita: «realizzi questi punti, noi li voteremo, ma non possiamo fare a meno di rilevare ciò che frappone oggi l'approvazione di questi provvedimenti al dibattito che stiamo facendo».
ORE 17.56 . BERSANI: «DOPO 36 FIDUCIE CI SI RIVEDE ...» «Dopo 28 mesi e 36 fiducie finalmente la rivediamo in aula, dopo il periodo del "ghe pensi mì", ha detto Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, parlando in aula a Montecitorio. Il discorso di Berlusconi alla Camera «é debole, pieno di promesse risapute, senza un fatto nuovo, pieno promesse che non arrivano mai». Quelle del premier sono promesse, aggiunge Bersani, «che marciano sulla Salerno-Reggio Calabria: nel 2001 ci disse che ci volevano tre mesi, poi ci disse nel 2006, adesso dice che si completerà nel 2013... Ci tenga aggiornati». Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha ironizzato sui risultati e le promesse fatte dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel suo intervento alla Camera, invitandolo a «chiedere il Nobel per la pace». Il punto di fondo, ha detto poi Bersani, al di là delle battute, «è che nelle sue parole non c'è comprensione per l'Italia vera. Gli italiani sono arrabbiati, sono scontenti, c'è sbandamento, incertezza, tanti vivono un vero dramma, le tensioni sociali si acuiscono, e il governo spesso accende i fuochi, non c'è abbastanza lavoro in questo paese, ci vuole più lavoro, l'economia è troppo bassa, come dobbiamo dirvelo, non terrete a posto i conti se si va avanti così».
ORE 17.51. PIZZINO DI BERLUSCONI A CICCHITTO: «RICORDA A CASINI ..» Scambio di bigliettini tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, in Aula alla Camera, durante l'intervento del leader Udc, Pier Ferdinando Casini, in Aula alla Camera. In vista della dichiarazione di voto del capogruppo Pdl, il Cavaliere manda un suggerimento a Cicchitto: «Ricorda a Casini - scrive nel bigliettino - che 35 cose le abbiamo fatte (35 fiducie)».
ORE 17.30. LA RUSSA: «NESSUNA TERZA GAMBA, IL PDL HA VOTI SUFFICIENTI» Il coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa, è convinto che il governo avrà almeno 309 voti, a prescindere da finiani e Mpa, che pure hanno annunciato che voteranno la fiducia chiesta alla Camera da Silvio Berlusconi. «Se arriviamo a 309 voti - dice La Russa - vuol dire che siamo autosufficienti e questo rende più semplice anche una intesa politica con i finiani, perché non nasce dallo stato di necessità del governo». Per La Russa, dunque, «al momento non c'è nessuna terza gamba, perché se ce ne fosse bisogno avremmo fatto la riunione di maggioranza chiesta da Bocchino». La Russa arriva a fissare l'asticella della maggioranza a 309 con un semplice discorso matematico: 316 sono la maggioranza, ma il presidente della Camera non vota e quindi si arriva a 315 e poi «ci sono almeno cinque deputati che non voteranno mai contro il governo e che, al massimo, si asterranno». Ecco quindi che secondo i calcoli di La Russa si arriva a una maggioranza autosufficiente di 309-310 voti a prescindere dai finiani.
ORE 17.20. DI PIETRO: «BERLUSCONI È UNO STUPRATORE DELLA DEMOCRAZIA» L'intervento in aula del leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, è un crescendo irrefrenabile. Definisce il premier «uno stupratore della democrazia», lo accusa di di aver prodotto con il suo governo soltanto «leggi ad personam in difesa dei suoi interessi e per sfuggire alla giustizia, assieme alla sua cricca».Tanto che nonostante i "dissapori" degli ultimi tempi, interviene il presidente della Camera, Gianfranco Fini, per smorzare i toni del leader dell'Idv. «Onorevole Di Pietro, la prego di usare un linguaggio consono a questa aula». E quando Di Pietro affronta l'abilità di Berlusconi nel «killeraggio e dossieraggio politico», Fini dice a Di Pietro: «È ammessa ogni espressione non può essere tollerata l'ingiuria». E Di Pietro: «non è un'ingiuria, è la verità». C'è un passaggio in cui il leader Idv definisce il premier «uno spregiudicato illusionista», anzi un «pregiudicato illusionista» e lo paragona a Nerone. A questo punto, Berlusconi, che fino a quel momento si era limitato a sorridere, rivolto a Di Pietro si è portato il dito alla testa, facendo il gesto tipico di chi vuol dire «tu sei un matto».
ORE 17.15 DISSIDENTI UDC VOTERANNO PER IL CAVALIERE I cinque "dissidenti" dell'Udc che ieri hanno lasciato il partito di Pier Ferdinando Casini per dare vita nel gruppo Misto alla Camera alla componente Popolari per l'Italia di domani voteranno la fiducia al governo Berlusconi. Ad annunciarlo Saverio Romano nel corso del dibattito in Aula alla Camera. «Quello di Berlusconi - ha detto Romano - è stato un intervento serio, aperto alle opposizioni responsabili. Peraltro l'Udc da tempo chiedeva a Berlusconi di riferire in Aula e di rivolgersi a chi aveva voglia di dare aiuto al paese. Rifiutiamo l'idea che la diaspora democristiana debba concludersi necessariamente a sinistra, la tradizione Dc non ha quella prospettiva ma vuole riformare il centrodestra. Sono queste le ragioni del nostro dissenso alle trame politiche tra Bersani e Casini».
ORE 16,30. REPLICA DAI TONI FORTI QUELLA DI BERLUSCONI Tredici minuti di replica dai toni forti quella di Berlusconi in aula alla Camera. «Nessuna compravendita o calciomercato», ha detto il premier. «In Udc c'è stata una scissione». Poi ha attaccato la critica dell'opposizione sul mancato futuro degli ammortizzatori sociali, che è «del tutto infondata». Tra le numerose critiche ispirate dal pregiudizio, ha detto il Cavaliere, «mi ha colpito quella sul futuro degli ammortizzatori sociali. quella critica è del tutto infondata, in quanto dal pianno triennale preparato dal ministro Sacconi è chiaramente indicato come saranno rifinanziati gli ammortizzatori nei prossimi tre anni». A conclusione della replica ha posto la questione di fiducia sulle risoluzioni di maggioranza favorevoli al discorso presentato in aula. «Sono sicuro, ce la faremo», ha detto il premier concludendo il suo intervento. Hanno avuto ora inizio in aula le dichiarazioni di voto finali.
Il premier ha detto di aspettarsi qualcosa di più dalle opposizioni: «È un dovere politico-morale che l'Udc e il Pd in questa fase difficile non si limitino a slogan, tatticismi e sarcasmo»
Il Governo, ha detto il premier, varerà in autunno un pacchetto sull'occupazione giovanile: introduzione del prestito d'onore, tassazione agevolata delle imprese di giovani, crediti di imposta per le imprese che trasformano i contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato, piena totalizzazione dei periodi contributivi per garantire le pensioni dei più giovani.
«La crisi economica - ha detto il Cavaliere - non è completamente superata, stiamo venendone fuori, ma il picco è alle nostre spalle». Ha detto che «il debito pubblico non è aumentato. I dati attuali sono dovuti al Pil: è il numeratore che è cambiato». «Abbiamo tenuto dritta la barra, senza mettere le mani nelle tasche degli italiani». In Italia, grazie alla propensione al risparmio delle famiglie, c'è «una solidità superiore a tutti i sistemi bancari europei» e il governo «ha saputo evitare di contrastare la crisi aumentando il deficit».
Berlusconi ha ricordato la richiesta in sede Ue di modifica del trattato di Maastricht per l'indicatore di affidabilità, non solo debito pubblico ma anche quello dei privati altrimenti l'Italia sarebbe stata sottoposta a "pesanti sanzioni" e questo pone il Paese «al secondo posto dietro solo alla Germania». Del resto «la crescita dell'Italia sarà inferiore a quella di Paesi come la Germania. Ma in quei Paesi nessuno si è mai sognato di bloccare le autostrade, le centrali nucleari né ci sono debiti pubblici ereditati come il nostro».
In chiusura ovazione della maggioranza, mentre sono state registrate sonore proteste dell'opposizione, in vari passaggi dell'intervento del Cavaliere, soprattutto quanto ha negato la compravendita di deputati.
ORE 16,15. TREMAGLIA (FLI): «VOTERÒ CONTRO» Il deputato di Fli Mirko Tremaglia non voterà la fiducia al governo Berlusconi. Tremaglia ha detto in aula di non essere soddisfatto per come il governo abbia seguito la vicenda degli italiani all'estero. Il deputato, in condizioni di salute visibilmente non buone, alla fine del suo discorso è stato applaudito solo da alcuni esponenti del Pd e dell'Idv.
ORE 16. OSSERVATORE ROMANO: «È UN DISCORSO DI AMPIO RESPIRO» È «di ampio respiro» il discorso pronunciato stamane da Silvio Berlusconi, secondo l'Osservatore romano, il quotidiano della Santa sede in edicola nel pomeriggio. «Il Governo italiano - scrive il giornale vaticano - intende proseguire nel suo lavoro, reso ancora più delicato dalla difficile situazione economica. Per questo, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si è rivolto al Parlamento affinché venga confermata la fiducia all'esecutivo. Lo ha fatto attraverso un discorso programmatico di ampio respiro, nel quale sono entrati diversi temi in questi giorni al centro del dibattito politico».
ORE 15. DILIBERTO: «IL DISCORSO DEL PREMIER? VUOTO PNEUMATICO» Per Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Pdci è «Vuoto pneumatico. Il discorso di Berlusconi alla Camera non lascia adito a dubbi: in Europa siamo il Paese con il peggior premier. Ha presentato un libro dei sogni, tipico di chi, senza maggioranza certa e al corto di risultati concreti, è costretto a raccattare di tutto e di più. Oggi il premier ha salvato il salvabile ma il suo è un governo bollito, senza idee e prospettiva».
ORE 14,30. IL CAVALIERE A PALAZZO GRAZIOLI PREPARA LA REPLICA Il premier Silvio Berlusconi, durante la pausa dei lavori della Camera, è rientrato a palazzo Grazioli per prepare la replica che svolgerà in aulaalle 16.30. È riunito con i sottosegretari di palazzo Chigi, Paolo Bonaiuti e Gianni Letta.
ORE 14,30. TRE RISOLUZIONI IDENTICHE DA PDL, LEGA, FLI E MPA Sono tre le risoluzioni presentate in Aula alla Camera dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Lo ha annunciato la vicepresidente di turno dell'Assemblea Rosy Bindi prima di sospendere per mezz'ora la seduta. Si tratta di tre documenti identici, tutti di maggioranza, uno firmato dal capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, uno da quello della Lega, Marco Reguzzoni, uno sottoscritto insieme da Futuro e Libertà e Movimento per l'Autonomia. Estremanente breve il testo: «Ascoltate le dichiarazioni del presidente del Consiglio - si legge in tutte e tre le risoluzioni - la Camera le approva».
ORE 14. FERRERO: «BERLUSCONI GALLEGGIA SULL'AGONIA DEL PAESE» «Berlusconi non ha chiarito nulla della crisi della sua maggioranza e ha deciso di galleggiare sull'agonia del paese, incapace com'é di fare qualunque proposta per uscire dalla crisi». Questo il giudizio di Paolo Ferrero, segretario nazionale del partito della Rifondazione comunista - Sinistra europea. «A questo punto è evidente che l'agonia berlusconiana può durare a lungo e fare danni ulteriori. Occorre quindi urgentemente costruire una opposizione degna di questo nome e per questo proponiamo al centro sinistra di dar vita immediatamente all'alleanza democratica con l'obiettivo di cacciare il prima possibile il governo Berlusconi».
ORE 13. NAPOLITANO: «È UN BENE CHE CONTINUI LA LEGISLATURA» «Bene che continui la legislatura, vedremo già stasera e domani come si svilupperanno i rapporti politici nel Parlamento, e se la situazione terrà». È l'auspicio espresso dal presidente della Repubblica, GiorgioNapolitano, in visita a Parigi. «Pare che lalegislatura non si interrompa...», gli viene fatto notareriguardo al discorso pronunciato da Silvio Berlusconi. «Megliocosì», risponde lui, «dal punto di vista di dover garantire lastabilità e la continuità della vita istituzionale e il proseguimento della legislatura». Il capo dello Stato ha aggiunto: «Spero bene di avere stasera la conferma di questo anche nel voto, e poi nel proseguo, nello svilupposuccessivo dei rapporti politici e parlamentari».
ORE 13. DI PIETRO: «BERLUSCONI È UN SERPENTE A SONAGLI» «Berlusconi si è dimostrato un serpente a sonagli - commenta il leader dell'idv Antonio Di Pietro - che racconta un paese diverso da quello reale e cerca di abbindolare così gli italiani. E tra le righe del suo discorso si capisce che l'unico suo interesse é quello di fermare i magistrati, assicurarsi l'impunità e continuare a governare nella logica della p2, di cui lui é il rappresentante legale».
ORE 12,55. PER VENDOLA BERLUSCONI È COME VANNA MARCHI Per Nichi Vendola, alla Camera in occasione delle comunicazioni del premier, Berlusconi «cerca di scacciare via il demonio, continua a vendere erbe miracolose come Vanna Marchi. L'ilarità generale in aula - secondo Vendola - dà il senso delle sue dichiarazioni».
ORE 12,50. FINI, LA FIDUCIA DA FUTURO E LIBERTÀ È INEVITABILE La fiducia al governo Berlusconi, questa sera in Aula, da parte del gruppo di Fli, è «inevitabile». Lo ha confermato il presidente della Camera, Gianfranco Fini, parlando ai deputati di Fli nella sede di Farefuturo. «Per quanto riguarda la giustizia non c'è nulla di nuovo, ma occorre verificare come concretamente verranno tradotte in iniziative legislative le parole di Berlusconi. È inutile tentare ora di immaginarle». Gianfranco Fini, ha convocato per martedì prossimo i gruppi parlamentari di Fli per dare avvio «al processo politico» che porterà con ogni probabilità alla nascita del nuovo partito. «Nel comitato promotore del progetto - ha detto Fini - ci saranno i parlamentari di Camera e Senato, senza figli e figliastri». Intanto Luca Barbareschi «sta valutando» la possibilità di votare in dissenso con Futuro e Libertà.
ORE 12,30. CASINI: «DISCORSO DA PRIMO GIORNO DI SCUOLA» Un discorso «da primo giorno di scuola, fatto solo di buoni sentimenti e di buone intenzioni, che avrebbe avuto un senso solo se l'avesse fatto nel '94». Così il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini commenta il discorso del premier in Aula.
ORE 12,30. BOSSI: «NULLA È ETERNO, MA MOLTI HANNO PAURA DEL VOTO» «A lungo termine non regge niente. Non c'è niente di eterno». Il leader della Lega, Umberto Bossi, ha risposto così a chi gli chiedeva se il governo terrà. Ma al tempo stesso «nessuno ha intenzione di far cadere il governo. Hanno paura del voto e quindi lo sosterranno anche a sinistra». La conta nel pomeriggio con la fiducia: «è dura ma ce la faremo», aggiunge il leader della Lega.
ORE 12. BERSANI: «DISCORSO INCOMMENTABILE» Altro che appello alla legislatura costituente. Per Pier Luigi Bersani «è incommentabile, lo avete sentito anche voi... Non so in che Italia vive».
ORE 11. LA COMUNICAZIONE DI BERLUSCONI ALLA CAMERA Dal passaggio parlamentare di oggi «riparta la legislatura, senza compromessi al ribasso». Inizia così la comunicazione del premier Silvio Berlusconi in Aula a Montecitorio sul quale il Governo ha chiesto la fiducia. Un intervento che si è svolta fra applausi, standing ovation e contestazioni. Una due giorni di verifica parlamentare sul governo Berlusconi (domani il premier replica al Senato), trasmessa in diretta sul sito del Sole 24 Ore, dopo la rottura nel Pdl fra il premier Berlusconi e il presidente della Camera, Gianfranco Fini e la nascita dei gruppi finiani di Futuro e libertà. Un voto di fiducia chiesto su 5 punti (federalismo, fisco, Mezzogiorno, giustizia e sicurezza), con il quale il Cavaliere mira a raggiungere i 316 voti, al netto del consenso dei finiani che si ritengono invece determinanti per la fiducia.
«Si deve ripartire - ha affermato Berlusconi - per dare un senso a questa legislatura che negli auspici di molti era considerata costituente». Tra parlamento e governo, ha detto poi il Cavaliere, «non vi può mai essere contrapposizione, ma armonica simbiosi nella distinzione dei ruoli e delle funzioni che la nostra carta costituzionale assegna a ciascuno».
Ha paventato il rischio eversione. «Vedo troppo odio in giro, un odio che può armare la mano dell'eversione», ha detto Berlusconi nel suo intervento. Secondo il presidente del Consiglio, «i segnali si sono intensificati e tutti dobbiamo esserne preoccupati». Ha attaccato «l'opposizione è stata spesso preconcetta, con qualcuno che si è spinto fino a un linguaggio di odio», i «segnali di intolleranza politica si sono aggravati nell'ultimo mese, perciò siamo chiamati tutti a obbedire all'imperativo del bene comune che dà nobiltà alla politica».
Ha snocciolato i successi del governo. «Abbiamo evitato i licenziamenti di massa, tutelato i lavoratori maggiormente colpiti rendendo più flessibile lo strumento della cassa-integrazione, esteso gli ammortizzatori ai lavoratori precari e a tanti altri come gli apprendisti, gli interinali». Ha rivendicato «il merito di non aver compiuto l'errore di aumentare il deficit con la spesa pubblica nell'illusione che questo avrebbe fatto ripartire la spesa pubblica. L'Italia aveva bisogno di rigore e lo abbiamo fatto tenendo in regola i conti pubblici».
Il federalismo «non prevede alcuna divaricazione tra Nord e Sud Italia», anzi a regime sarà una «cerniera unificante». ha detto Berlusconi illustrando il primo dei cinque punti di programma sui quali il governo chiede la fiducia alla Camera. «Attuare il federalismo significa rafforzare lo Stato, che non svolgendo le funzioni che spettano alle entità federate è in grado di meglio svolgere le funzioni essenziali», dice ancora il presidente del Consiglio.
Annuncia la riforma fiscale. come «chiave strategica per la crescita del paese». Il governo , ha detto il premier, vuole «entro la legislatura ridurre la pressione fiscale e disboscare la grande giungla» che caratterizza la normativa sul fisco. «Senza creare ulteriore deficit» ci sarà «una graduale riduzione delle tasse per famiglie, lavoro e ricerca».
La riforma della giustizia è «una priorità per il Paese». Berlusconi ha detto che «occorrerà intervenire sul Csm», dice il premier, con «la separazione delle carriere» e «l'introduzione della normativa sulla responsabilità dei magistrati che sbagliano». Per Berlusconi parla in Aula l'«uso politico della giustizia è stato e continua a essere uno squilibrio tra ordini dello Stato ed è dovere della politica ristabilire l'equilibrio». È tornato sulla ragionevole durata dei processi, «una piaga che interessa milioni di cittadini», annunciando che il Governo presenterà «a breve un piano straordinario per lo smaltimento delle cause civili pendenti».
«Il Sud ha bisogno di regole, di rispetto delle regole e di infrastrutture. Il piano per il Sud dovrà rispondere a queste fondamentali esigenze», ha detto il premier snocciolando anche le opere infrastrutturali da realizzare, dal completamento della ristrutturazione della Salerno-Reggio Calabria alla realizzazione del Ponte sullo Stretto.
Sul fronte della sicurezza Berlusconi ha rivendicato i «risultati senza precedenti» conseguiti dal suo Governo nella lotta alla criminalità organizzata, all'immigrazione clandestina e alla criminalità comune. «Mai nella storia della Repubblica sono stati inferti così tanti colpi alla mafia e a tutta la criinalità organizzata». ha detto che l'obiettivo è «contrastare gli interessi economici della criminalità», ha sottolineato che il Governo intende «continuare lotta senza tregua anche destinando ai ministeri dell'Interno e della Giustizia e alle forze dell'ordine una parte delle somme derivanti dal sequestro dei beni alla mafia».
In questi mesi «si è assistito a critiche aprioristiche al governo e a chi è stato chiamato a guidarlo dalla volontà popolare». I passi indietro degli ultimi mesi «non hanno intaccato i nostri progetti per andare avanti». Il Pdl - afferma il Cavaliere – è nato per «unire la società italiana per un futuro migliore. Chi ha dato vita al Pdl lo ha fatto per perseguire l'unità e non le divisioni».
La tabella di marcia prevede dalle 12,15 il dibattito parlamentare, poi alle 16,30 la replica del Cavaliere e a partire dalle 17 il voto finale sulla fiducia, in deroga al regolamento di Montecitorio, al termine delle dichiarazioni di voto in diretta tv a cui prenderanno parte tutti i leader ad eccezione di Umberto Bossi.