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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2010 alle ore 09:29.
È shock nel mondo del ciclismo dopo che il vincitore del Tour de France, Alberto Contador, è risultato positivo ai controlli antidoping durante l'ultima edizione della corsa a tappe francese, la terza da lui vinta. Nelle urine del ciclista spagnolo, informa l'Unione ciclistica internazionale, sono state trovate tracce di una sostanza vietata, il clenbuterolo (farmaco normalmente utilizzato per combattere l'asma e dilatare i bronchi, che può avere effetti anabolizzanti) seppur in quantità minime. Il controllo antidoping risale al 21 luglio, secondo giorno di riposo del Tour de France 2010.
Al momento l'Uci ha stabilito che debbano svolgersi, in collaborazione con l'Agenzia mondiale antidoping «ulteriori indagini scientifiche, per le quali occorrerà ancora qualche tempo, prima di tirare conclusioni di qualsiasi tipo», ma intanto ha sospeso a titolo provvisorio l'atleta, che ora rischia 2 anni di stop e la perdita del Tour. Il ciclista spagnolo, commentando la notizia dalla sua casa di Pinto, vicino Madrid, si è giustificato affermando di essere stato vittima di un'intossicazione alimentare dopo aver mangiato della carne che gli era stata portata dalla Spagna durante il Tour. «Potete mettere le mani sul fuoco e non scottarvi», ha ribadito il ciclista, che sostiene di poter parlare a testa alta, convinto della propria innocenza.
Per il momento il nuovo team di Alberto Contador, la Saxo Bank, squadra diretta dall'ex ciclista danese Bjarne Riis, ha deciso di astenersi da ogni commento sulla vicenda. L'Unione ciclistica internazionale ha inoltre annunciato un esito «sospetto» di un controllo antidoping riguardante i corridori spagnoli Alberto Mosquera e David Garcia Dapena, i primo dei quali è si è classificato al secondo posto nell'ultima Vuelta di Spagna. Entrambi sono risultati positivi a un controllo delle urine effettuato il 16 settembre, fuori dalla corsa a tappe iberica. La sostanza riscontrata sarebbe l'hydroxyethyl, un diuretico «mascherante». (M. Do.)