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Rivisto al rialzo il Pil 2010 , confermato il percorso di rientro del deficit

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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2010 alle ore 08:04.

Leggera revisione al rialzo per la crescita del 2010, che passa all'1,2%, rispetto all'1% stimato in aprile, ma contestuale peggioramento di due decimali per il Pil del 2011, ora all'1,3% contro l'1,5% della precedente previsione. Nel 2012 si dovrebbe raggiungere quota 2%. Quanto al deficit, è confermato il percorso di rientro previsto dalla «Relazione unificata» e dall'aggiornamento del programma di stabilità inviato a Bruxelles: 5% del Pil a fine anno, 3,9% nel 2011, 2,7% nel 2012.

L'incertezza sulla crescita e gli interventi a sostegno della Grecia incidono sul debito, che ora viene stimato per il 2010 al 118,5% del Pil (contro il precedente 118,4%), e nel 2011 è previsto un ulteriore aumento al 119,5% (rispetto al 118,7% stimato in aprile).

La lenta discesa è indicata a partire dal 2012, quando il debito dovrebbe attestarsi al 117,5% del Pil. Per la pressione fiscale, la stima 2010 è del 42,8% del Pil, contro il picco del 43,2% dello scorso anno, e poi in leggera flessione al 42,4% nel 2011 per poi risalire nel 2012 al 42,6 per cento.

L'inflazione media del 2010 è indicata all'1,6%, con il tasso di disoccupazione all'8,7% quest'anno e nel 2011 (dal 7,8% del 2009), e all'8,6% nel 2012. Bene anche il capitolo pensioni: le misure introdotte nell'ultimo anno consentiranno di stabilizzare e ridurre la spesa. Nel 2010 sarà al 15,3% ma poi scenderà al 14,8% nel periodo 2021-26. L'effetto baby boom porterà ad un aumento del «peso» delle pensioni nel futuro con una spesa attestata al 15,5% nel 2041. Infine il saldo primario, indicatore di grande importanza per saggiare la tenuta dei conti pubblici nel medio periodo: dal segno meno di quest'anno (-0,3%) si passerà allo 0,8% nel 2011 e al 2,2% nel 2012.

Le cifre sono contenute nello schema di Decisione di finanza pubblica (il vecchio Dpef) presentato ieri mattina in Consiglio dei ministri dal titolare dell'Economia, Giulio Tremonti. È l'esordio del nuovo documento nella versione e nel timing previsto dalla nuova legge sulla contabilità pubblica. Per metà ottobre è previsto il varo della legge di stabilità (la vecchia finanziaria) e del bilancio a legislazione vigente. Alla legge di stabilità il compito di tradurre nei relativi saldi contabili del bilancio gli effetti della manovra biennale da 24,9 miliardi approvata dalla Camera alla fine di luglio. Il tutto nella nuova cornice europea, che dal prossimo 1° gennaio prevede per tutti i paesi membri l'avvio di una sorta di semestre europeo, una sessione di bilancio targata Ue. «Siamo convinti dell'utilità di questa sorta di finanziaria europea», ha commentato l ministro del Welfare Maurizio Sacconi al termine della riunione di governo. «Siamo tenuti a una rigorosa disciplina di bilancio. Il vincolo europeo è rigoroso e aiuta».

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Nella premessa al documento Tremonti torna a ribadire che la prossima legge di stabilità sarà «sostanzialmente tabellare e di contenuto assai ristretto». In tal modo sarà possibile «evitare di drammatizzare la discussione autunnale sulla finanziaria nell'ambito della sessione di bilancio, superando le prassi complesse e tempestose del passato». I nuovi documenti europei, Stability program e National reform program, «dovranno essere scritti e presentati prima della fine dell'anno e avranno da subito una centralità politica assoluta e assorbente». Quest'anno il piano nazionale di riforma sarà presentato in via preliminare entro il 12 novembre, in via definitiva entro aprile 2011.

Le aste sui titoli di stato a medio e lungo termine di ieri confermano peraltro che l'Italia non è fortunatamente nel mirino della speculazione. I rendimenti sono in rialzo e la domanda ampiamente è al di sopra del livello massimo previsto dal Tesoro. In particolare il BTp triennale scadenza con scadenza 1° giugno 2013 (nona tranche), collocato per 2,9 miliardi, ha collezionato richieste per 4,4 miliardi a fronte di un'offerta tra 2 e 3 miliardi: il rendimento lordo è in rialzo di 0,14 centesimi al 2,21 per cento. Per il BTp decennale con scadenza al 1° marzo 2021, offerto in terza tranche, le richieste hanno raggiunto i 4,44 miliardi (offerta tra 2 e 3 miliardi) e il rendimento lordo è salito di 10 centesimi al 3,90 per cento. Per il CcTeu scadenza con scadenza 15 dicembre 2015, offerto in settima tranche tra 1 e 2 miliardi e collocato per 1,99 miliardi, la domanda è stata pari a oltre 2,7 miliardi con un rendimento lordo pari a 1,78%, in aumento di 0,04 punti rispetto all'ultima asta.

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