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Questo articolo è stato pubblicato il 04 ottobre 2010 alle ore 15:20.
Il leader xenofobo Geert Wilders è da oggi alla sbarra ad Amsterdam per rispondere delle accuse di incitazione all'odio razziale. Il deputato rischia fino a un anno di prigione o 7.600 euro di multa per aver aver paragonato il Corano, il libro sacro per i musulmani, al «Mein Kampf» di Adolph Hitler e per aver definito l'Islam «fascista». La sentenza è prevista per il 4 novembre. Il ledaer non rischia di perdere il posto di deputato europeo. Wilders ha incassato il 15,9% dei suffragi alle ultime elezioni di giugno ed è diventato il terzo partito olandese dopo liberali e socialdemocratici, scavalcando i democratistiani di Balkenende.
Il suo Partito per la libertà (Pvv) è decisivo per il via libera al prossimo governo di minoranza, cui ha garantito, forte di 24 deputati, l'appoggio esterno. In cambio però ha ottenuto che il nuovo esecutivo metterà al bando il burqa come in Francia, ridurrà la possibilità di ingresso ai nuovi immigrati e verrà concessa la cittadinanza per cinque anni, periodo di prova in cui se ci fosse una condanna per reati gravi il responsabile potrebbe perdere il passaporto olandese e venire espulso dal paese.
Wilders è ritenuto l'erede di Pim Fortuyn, assassinato nel 2002. Dopo le ultime elezioni il biondo islamofobo, detto Mozart per la foggia dei suoi capelli, ha in mano le chiavi del governo a cui ha chiesto misure anti-islamiche. Proprio questo è il tratto distintivo di questo movimento politico che sembra seguire le indicazioni di Bernard Lewis, classe 1916, il maggior mediorientalista esistente ed ideologo dei neocons, secondo cui la terza offensiva dell'Islam contro l'Occidente sta avvenendo usando due tattiche: terrorismo e immigrazione.
Oggi intanto L'Alleanza dei marocchini olandesi (Smn) ha lanciato un appello ai parlamentari "dissidenti" del partito cristiano-democratico (Cda) affinché domani decidano, contrariamente alle indicazioni ricevute dal congresso del partito, di non formare un governo con il Supporto del partito xenofobo e anti-islamico di Geert Wilders. La Smn sul suo sito scrive che solo rifiutando la cooperazione con Wilders, contro il quale proprio oggi è cominciato il processo per istigazione all'odio razziale, la Cda «può orgogliosamente restare fedele ai suoi valori, che includono il diritto di ogni individuo allo sviluppo».