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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2010 alle ore 16:43.
Le premesse sono quelle per una sfida in piena regola alla Lega. Da Varese il Pd lancerà le sue controproposte su fisco, politiche industriali, partita Iva e famiglie, federalismo. Ma l'assemblea nazionale del Pd al centro congressi Malpensa Fiere sarà anche l'occasione per vedere se la tregua nel partito regge. Movimento democratico, l'area di Veltroni, Fioroni e Gentiloni si presenterà all'assemblea per fare delle proposte-emendamenti sui diversi temi da affrontare (specie su fisco, piccola impresa e scuola). In una logica di confronto positivo. Resta da vedere se qualcuno solleverà il tema delle alleanze. Veltroni non avrebbe ancora deciso se intervenire e lo stabilirà in base all'andamento del dibattito. I «senza corrente» annunciano invece un ordine del giorno sulla «rottamazione» dei vecchi dirigenti. All'assemblea verranno raccolte le firme su un documento che stabilisca in modo «inequivocabile, il limite dei tre mandati per i parlamentari e l'introduzione delle primarie a livello territoriale per scegliere i candidati al Parlamento».
Nel dettaglio l'obiettivo è quello di fissare le scelte programmatiche su: scuola, agricoltura, fisco, piccole e medie imprese, trasporti e mobilità, autonomie locali, federalismo. «Abbiamo scelto di stare nel cuore della questione settentrionale - ha scritto la presidente Rosy Bindi nella lettera di convocazione ai delegati - per parlare all'Italia». Non a caso, dice Bindi «i temi che intendiamo affrontare registrano i punti nei quali è più evidente la distanza tra il governo e il paese reale, tra le parole del centrodestra e i fatti».Riuniti a Varese «non per assecondare gli slogan e le pulsioni secessioniste della Lega», precisa Bindi. Ma per «smascherare l'inganno di un patto di potere che tiene uniti Lega e Pdl senza produrre nulla di buono», «al Nord come al Sud dell'Italia».
Il segretario, Pier Luigi Bersani, prima dell'inizio dell'assise è stato alla Fts di Magenta, azienda che nonostante la crisi economica ha saputo ricollocarsi, esportando il made in Italy nei quattro continenti. Da ha attaccato il Governo. «Questo è il federalismo delle chiacchiere. Fino a che non abbiamo dati sui servizi essenziali da garantire con la fiscalità si fanno solo chiacchiere. Siamo qui al Nord a dirlo forte». Per Bersani «il lavoro adesso è il problema numero uno. E occuparsi di altro significa perdere tempo». Insomma le politiche che l'esecutivo deve mettere in campo devono aiutare le imprese a riorentarsi sul mercato globale, per esempio detassando gli utili reinvestiti o la ricerca, o sostenendo la crescita dimensionale delle stesse aziende tricolori.