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La guerra sempre meno segreta degli Stati Uniti in Pakistan

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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2010 alle ore 15:28.

A un mese dalle elezioni di Midterm l'amministrazione Obama perde i pezzi anche nel settore chiave della Difesa e Sicurezza con le dimissioni del consigliere per la sicurezza nazionale, il generale James Jones, alle quali presto seguiranno quelle già annunciate del segretario alla Difesa, Robert Gates. Vuoti pesanti da colmare proprio nel momento in cui vengono al pettine tutti i nodi mai risolti della controversa "strategia Afghanistan/Pakistan" messa a punto dalla Casa Bianca l'anno scorso.

Le relazioni tra Washington e il Pakistan, l'alleato "amico dei nemici" nella guerra ai talebani e ad al-Qaeda, hanno raggiunto ormai aspetti paradossali e a tempo stesso molto tesi, Paradossali perché mentre il Pakistan blocca alla frontiera i convogli logistici diretti alle truppe della Nato per oltre due terzi statunitensi i velivoli da trasporto americani continuano a portare in Pakistan generi di prima necessità e aiuti umanitari per le popolazioni colpite dalle alluvioni. Sempre più tesi perché le incursioni degli elicotteri e dei droni statunitensi nel Waziristan (oltre 20 incursioni in meno di un mese, l'ieri ha ucciso nove miliziani) hanno determinato una reazione da parte di Islamabad che sembra nascondere qualcosa di più del leso orgoglio nazionale.

I pakistani non solo bloccano da sette giorni gli autocarri logistici ma li lasciano anche alla mercé delle milizie talebane che fanno capo al "network Haqqani" che costituisce il bersaglio prioritario degli attacchi statunitensi. Il risultato sono decine di cisterne di carburante date alle fiamme almeno una ventina di autisti uccisi o sequestrati e un danno considerevole alle forze alleate.

Un nuovo gruppo jihadista pakistano, il ''Mujahid-e-Islami Buraq'', ha rivendicato venerdì 8 ottobre gli attacchi nella provincia nord-occidentale di Khyber-Pakhtunkhwa in cui decine di autobotti e mezzi pesanti con rifornimenti per la Nato in Afghanistan sono stati incendiatii. Il portavoce del gruppo, Jehanzeb, ha detto per telefono al quotidiano The News che «gli attacchi continueranno fino a quando le truppe degli Usa e dei loro alleati non abbandoneranno il l'Afghanistan. Ci vendicheremo per l'accresciuto numero dei raid dei droni americani sul Waziristan».

L’articolo continua sotto

Dimissioni per il consigliere della sicurezza Jones. L'amministrazione Obama perde un'altra pedina

L'ex generale dei marines James Jones, Consigliere per la sicurezza nazionale di Barack Obama,

Un soldato Usa impegnato nelle operazioni in Afghanistan (Afp)

Islamabad: ucciso il capo di al Qaida in Afghanistan e Pakistan. Gli alleati proseguono l'offensiva a Kandahar

Nuovo colpo assestato ad al Qaeda dalle forze alleate in Afghanistan e in Waziristan (quindi in

Tags Correlati: Afghanistan | Al Qaeda | Anders Fogh Rasmussen | Arab News | David Petraeus | Difesa | Hamid Karzai | Haqqani | Iran | Isi | Islamabad | James Jones | Mujahid-e-Islami Buraq | Mullah Omar | Nato | Paktia | Robert Gates | Stati Uniti d'America | Us Army

 

Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, è consapevole della vulnerabilità delle linee logistiche alleate ( metà dei materiali necessari arrivano via Pakistan) e cerca di non irritare i pakistani minimizzando. Ieri ha Affermato che i transiti verranno presto riaperti e che le relazioni con i pakistani non si sono deteriorate ma molti, anche a Washington, ritengono evidente che il doppio gioco di un Pakistan a parole alleato dell'Occidente contro i jihadisti ma nei fatti complice e sponsor dei talebani è ancora una realtà.

Nel momento in cui, oltre ala "Shura di Quetta" che fa capo al Mullah Omar, anche il "network Haqqani" sembra aver aperto colloqui con il presidente afghano Hamid Karzai, il Pakistan alza il livello della tensione lungo il confine schierandovi batterie antiaeree (come sostiene Arab News ) che dovrebbero difendere il territorio nazionale dai raids della Nato. I missili pakistani puntati contro i teleguidati Predator e i Reaper statunitensi costituirebbero un altro aspetto paradossale in questa vicenda se si considerano i 12 miliardi di dollari di aiuti militari forniti in nove anni da Washington a Islambad (inclusi alcuni caccia F-16) e i Berretti Verdi delle forze speciali dell'Us Army che addestrano le truppe pakistane alla contro-insurrezione.

Secondo quanto riferito dal quotidiano britannico Guardian, una delegazione del clan Haqqani, che includeva un fratello e uno zio di Sirajuddin, il figlio del fondatore, si sarebbe recata a Kabul per colloqui con funzionari afgani, in compagnia di esponenti dei Servizi di intelligence pachistani (Isi) .

«L'Isi vuole arrestare i comandanti che non obbediscono ai suoi ordini», ha detto un comandante talebano della provincia di Kunar al Wall Street Journal che in un'ampia inchiesta ha evidenziato il ruolo dei servizi segreti militari di Islamabad nel tentativo di far fallire l'ipotesi di negoziati. «L'Isi vuole che uccidiamo tutti: poliziotti, soldati, tecnici, insegnanti e civili afghani solo per terrorizzare la gente». Un altro leader talebano della provincia di Paktia, sostiene che «l'Isi appoggia quelli sotto il suo controllo con denaro e armi e garantendo loro un rifugio in territorio pachistano».Funzionari Usa hanno riferito di aver appreso delle pressioni pachistane da alcuni militanti catturati e da quanti stanno trattando per deporre le armi.

La maggiore pressione militare sulle basi talebane nell'Area Tribale pakistana è prevista dalla strategia del generale David Petraeus che guida le forze alleate e sta fornendo ottimi risultati con l‘uccisione del capo di al.Qaeda in Afghanistan e Pakistan, l'egiziano Sheikh Fateh al Masri, mentre cinque mesi prima era stato ucciso il su predecessore, Mustafa al Yazid. Successi bilanciati dalla cattura o uccisione di una trentina di leader talebani della "Shura di Quetta"nelle ultime due settimane nell'area di Kandahar, Petraeus ha chiesto a Islamabad di fare di più per colpire i miliziani sul suo lato della frontiera.

Richiesta legittima considerato che secondo fonti d'intelligence confermate dai filmati dei velivoli teleguidati tra i miliziani che entrano in Afghanistan ci sono membri del corpo paramilitare del Frontier Corps pachistano le cui caserme sul confine sono in parte divenute basi logistiche talebane. Islamabad invece sembra concentrare gli sforzi militari sui movimenti talebani che minacciano la stabilità interna del Paese evitando accuratamente di colpire il "network Haqqani" e i gruppi attivi solo in Afghanistan.

Il dossier pakistano si fa sempre più complicato per l'amministrazione Obama che, sempre in Afghanistan, deve fare i conti con la crescente penetrazione iraniana a sostegno con armi e denaro gli insorti più irriducibili. Il 7 ottobre nella provincia meridionale di confine di Nimroz un container proveniente dall'Iran ufficialmente pieno di pentole e utensili da cucina conteneva in realtà 19 tonnellate di esplosivo fonti ufficiali statunitensi e afghane hanno denunciato già più volte il sostegno finanziario e militare offerto dall'Iran ai talebani afghani. Teheran, come Islamabad, ha sempre respinto le accuse.

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