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Maroni: quattro nuovi Cie entro il 2011. Stranieri in crescita per l'Istat: più del 60% risiede al Nord

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Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2010 alle ore 12:05.

L'ingresso della Romania nell'area Schengen previsto per il prossimo marzo «ha suscitato una certa apprensione, legata alle possibili ripercussioni sui flussi migratori provenienti da quel Paese»: a parlare è il ministro dell'Interno, Roberto Maroni nel corso di un'audizione davanti al Comitato Schengen a palazzo San Macuto. Nel giorno in cui l'Istat ha certificato la robusta presenza romena in Italia (888mila unità, seppur gli ingressi sono in calo), Maroni ha puntato il dito su alcune frange di romeni, «soprattutto nomadi, che pongono oggettivi problemi di sicurezza».

Maroni ha poi ricordato come nel 2010 siano calati gli sbarchi di clandestini: al 30 settembre sono stati 2.868, contro gli 8.292 dell'anno prima. Ci sono però, ha detto, «nuove rotte» dei clandestini che hanno come approdo «per lo più le coste ioniche, calabresi e pugliesi», ma per adesso si tratta di «fenomeni modesti. «Si tratta per lo più di afgani, pakistani e curdo-iracheni in arrivo dalla Grecia e dalla Turchia», ha spiegato Maroni, sottolineando come il Viminale abbia comunque già avviato con entrambi i Paesi iniziative tese ad «arginare i flussi».

Parlando invece della rivolta al centro di prima accoglienza di Elmas, Maroni ha detto che è stato disposto il rafforzamento nella struttura. Il ministro ha poi annunciato entro il 2011 l'apertura di quatto nuovi Cie, Centro di identificazione ed espulsione, in Marche, Campania, Veneto e Toscana. «Queste strutture - ha osservato Maroni - sono utili e ora non sono sovraffollate, non c'è un'emergenza, ma vogliamo aprirne una in ogni regione». Quanto alla gestione dei Cie, il ministro ha parlato di «sistema da modificare: bisogna assegnare la gestione a chi è in grado di garantire standard uniformi e personale adeguato: pensiamo quindi di affidarla alla Croce Rossa».

Intanto l'Istat in mattinata ha fotografato la presnza straniera in Italia, che al 1° gennaio 2010 toccavaquota 4.235.059, pari al 7% totale. Un dato in crescita, visto che al 1° gennaio 2009 essi rappresentavano il 6,5 per cento. Oltre il 60% degli stranieri risiede al Nord. Un quarto (il 25,3%) nelle regioni Centrali, mentre il restante 13,1% al Sud.

Nel corso del 2009 il numero di stranieri é aumentato di 343.764 unità (+8,8%), un incremento ancora molto elevato, sebbene inferiore a quello dei due anni precedenti (494mila nel 2007 e 459mila nel 2008, rispettivamente +16,8% e +13,4%), dovuto principalmente alla diminuzione degli ingressi dalla Romania.

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I minori sono 932.675, il 22% del totale degli stranieri residenti e circa 573mila sono nati in Italia, mentre la restante parte è giunta nel nostro paese per ricongiungimento familiare. I minori nati in Italia rappresentano la seconda generazione, stranieri in quanto figli di genitori stranieri, ma non immigrati.

Circa la metà dei residenti stranieri (2 milioni 86mila individui pari al 49,3% del totale) proviene dai paesi dell'Est europeo. Poco più di un quarto proviene dai Paesi Ue di nuova adesione (1 milione 71mila, escludendo Cipro e Malta, fra cui 888mila dalla sola Romania), mentre l'altro quarto (1 milione e 15mila) è rappresentato dai cittadini dei paesi est-europei non appartenenti all'Ue.

Nel corso dell'ultimo anno i paesi che hanno mostrato l'incremento più rapido appartengono all'Europa dell'est e al subcontinente indiano. Tra i principali, nell'ordine, +18,1% Moldova, +17,1% Pakistan, +15,3% India e +13,1% Ucraina. Da sottolineare anche l'incremento del 13% dei cittadini del Perù, dovuto probabilmente, sottolineano dall'Istat, alla regolarizzazione in corso dedicata al lavoro domestico (che spiega anche il notevole aumento dei cittadini della Moldovia). (Cl.T.)

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