Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2010 alle ore 13:46.
«Squadracce che si muovono con uno stile da fascisti»: questo è il primo commento di Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, sull'ennesimo episodio di contestazione contro una sede della Cisl. Dopo l'episodio che ha coinvolto la sede nazionale di Roma e il lancio di fumogeni contro Bonanni alla festa del Pd a Torino, oggi è la volta di Terni e di Teramo. Nella notte la sede umbra del sindacato è stata imbrattata con un lancio di uova e la scritta "Cisl-Uil servi"; più o meno lo stesso è accaduto in Abruzzo, dove sono state colpite alcune finestre ed è stata scritta la frase "Cisl e Uil servi dello Stato". Sugli episodi sono in corso indagini della Digos. Sul muro di Terni sarebbe stato tracciato anche un simbolo con falce e martello. «Il colore di cui vogliono tingersi è rosso - ha continuato Bonanni - in effetti è un rosso che porta al nero, e alla simbologia dell'iniziativa tutta fascista e ai criteri di violenza delle squadracce».
Ma a Terni non è stata presa di mira solo la Cisl. Anche la sede cittadina della Uil, in via Pacinotti, è stata oggetto di una forma di contestazione, che si è limitata al pacchetto di uova nelle vicinanze dell'ingresso del sindacato di Angeletti. Accompagnava le uova un cartello con una scritta più o meno simile a quello lasciato di fronte alla Cisl, e cioè: «Fate schifo, tiratevele da soli».
«Mai, nemmeno negli anni più duri, si sono viste cose simili, dagli anni '50 in poi. C'è un limite che per noi è sacro e questo va detto», ha commentato il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani. «Avevamo già percepito un clima ostile - commenta il segretario regionale della Cisl dell'Umbria, Ulderico Sbarra - sembra si sia ormai abbandonata l'idea del ragionamento e della dialettica. Si parla tanto di democrazia e di fare qualcosa per non alimentare questo clima - aggiunge - ma poi non si fa niente e il problema permane».
«Non me l'aspettavo», ha commentato ai microfoni di Radio24 Foliero Chiappini, segretario provinciale della Cisl di Terni. Le radici, aggiunge, affondano altrove: «L'accordo di Pomigliano è diventato il riferimento generale, quindi messaggi di diritti violati e messa in discussione del contratto sono partiti anche qui e - spiega Chiappini - hanno impattato nella comunità». Il motivo della tensione, dunque, dice il segretario della Cisl di Terni, non sarebbe da cercare sul territorio.