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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2010 alle ore 18:52.
Lancio di uova e sassi, oltre a insulti e cori, stamani, contro le sedi livornesi della Cisl e di Confindustria. Il raid è avvenuto al termine di una manifestazione organizzata, nelle strade del centro, dalla Fiom per protestare contro l'accordo separato sottoscritto da Federmeccanica con Cisl e Uil. Al corteo, inizialmente, hanno partecipato circa 600 persone metà delle quali ha poi raggiunto la sede di Confindustria dove si è verificato il primo lancio di uova.
Quando tutto sembrava concluso circa 60 manifestanti si sono spostati davanti alla vicina sede della Cisl, dove il lancio di uova e sassi è stato accompagnato da grida come «servi del padrone» e intimidazioni come «venite pure a dare assemblea nelle fabbriche...».
La Cgil ha stigmatizzato l'evento considerandolo «un fatto gravissimo, estraneo alla Cgil e alla cultura democratica del Paese, quanto successo oggi a Livorno, sotto la sede della Cisl territoriale». Lo si legge in una nota del sindacato guidato da Guglielmo Epifani. «È necessario - si legge in una nota congiunta della Cgil nazionale e della Cgil Toscana - il massimo di vigilanza da parte di tutti affinchè simili episodi non si ripetano mai più, per non vanificare il lavoro che ha portato alla firma di migliaia di accordi unitari e perchè, anche quando c'è dissenso, esso continui ad essere sempre affrontato come è stato fatto fino ad ora: con rispetto e lealtà. Il Paese - conclude la nota - sta attraversando una fase molto delicata riguardo alla quale è necessario che ognuno si impegni ad abbassare i toni. Alla Cisl livornese, regionale e nazionale va la solidariet… di tutta la Cgil».
Anche il presidente di Confindustria. Emma Marcegaglia, ha condannato l'accaduto. «Io credo - ha detto la Marcegaglia - sia veramente importante che tutte le forze del paese condannino questi atteggiamenti e in qualche modo anche la Cgil debba prenderne le distanze. So che lo ha già fatto, ma probabilmente qui siamo di fronte a un meccanismo per cui é fondamentale che si dica con chiarezza che questi atteggiamenti non fanno parte della cultura delle parti sociali in questo paese».
Duro il commento di Luigi Angeletti, segretario generale della Uil: «Il ripetersi di gravi episodi di aggressione da parte di militanti della Fiom è la conseguenza della deriva movimentista messa in atto da questa organizzazione».