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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2010 alle ore 18:57.
Aiutare le famiglie strozzate dalla crisi e sostenere l'integrazione degli immigrati. Il messaggio "sociale" di Benedetto XVI è un'agenda di priorità a cui devono far fronte prima di tutti le istituzioni, dove i cattolici si devono impegnare a fondo per creare una nuova generazione di politici.
«A livello nazionale, la conseguenza più evidente della recente crisi finanziaria globale sta nel propagarsi della disoccupazione e della precarietà, che spesso impedisce ai giovani - specialmente nelle aree del Mezzogiorno - di radicarsi nel proprio territorio, quali protagonisti dello sviluppo», scrive il Papa nel messaggio ai lavori della Settimana Sociale dei cattolici (video) iniziata oggi a Reggio Calabria sotto l'egida della Cei. «È necessario che tutti i soggetti istituzionali e sociali si impegnino nell'assicurare alla famiglia efficaci misure di sostegno, dotandola di risorse adeguate e permettendo una giusta conciliazione con i tempi del lavoro».
Poi l'immigrazione: «La ricerca di strategie e di regole che favoriscano l'inclusione delle nuove presenze» degli stranieri «ai nostri giorni ha assunto proporzioni imponenti: superata la fase dell'emergenza, nella quale la Chiesa si è spesa con generosità per la prima accoglienza, è necessario passare a una seconda fase, che individui, nel pieno rispetto della legalità, i termini dell'integrazione».
Ratzinger rinnova poi l'appello «perchè sorga una nuova generazione di cattolici, persone interiormente rinnovate che si impegnino nell'attività politica senza complessi d'inferiorità». Questa presenza - scrive il Papa nel messaggio - «certamente, non s'improvvisa. Rimane, piuttosto, l'obiettivo a cui deve tendere un cammino di formazione intellettuale e morale che, partendo dalle grandi verità intorno a Dio, all'uomo e al mondo, offra criteri di giudizio e principi etici per interpretare il bene di tutti e di ciascuno».
Nella sua relazione il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, ha rimarcato che di fronte alla difesa di valori come quelli della vita e della famiglia, come pure della dignità della persona, dell'ambiente e della pace, tutti i cattolici devono «assumersi le proprie responsabilità», senza delegare la ricerca di soluzioni soltanto alle pubbliche autorità. Su questo terreno, specifica, si gioca l'unità politica dei cattolici.