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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2010 alle ore 18:16.
MOSCA. Dmitrij Medvedev ha fatto la sua scelta: o quella di qualcun altro, si potrebbe dire. Confermando le attese, il vicepremier Serghej Sobjanin – uomo molto vicino a Vladimir Putin - si avvia a prendere il posto di Jurij Luzhkov. Diventerà sindaco di Mosca dopo che la giunta comunale avrà approvato la "proposta" del presidente, inutile dire che si tratta di una formalità. «Vorrei comunicarle che ho preso la decisione di presentare la sua candidatura alla Duma municipale – ha annunciato il presidente russo a Sobjanin, convocato nella residenza di Gorki – per conferirle la carica di sindaco di Mosca».
Tra i nomi che in questi giorni circolavano come possibili successori di Luzhkov, quello di Sobjanin – siberiano di Tjumen, 52 anni - era il più quotato. Braccio destro di Putin al governo, aveva iniziato ad apparire più spesso in televisione: giovedì scorso per dare il via al grande censimento della popolazione russa, e nella mattina di venerdì per sbaglio, quando il canale Rossia 24 ha annunciato prematuramente l'investitura a sindaco. Un errore tecnico, si sono affrettati a scusarsi i dirigenti. Ma la retromarcia è durata poche ore.
Medvedev lo ha chiarito subito: d'ora in avanti Mosca non potrà più essere un feudo a sé. «L'autorità cittadina dovrà essere pienamente integrata con il potere federale, perché possa essere efficiente e possa mantenere la fiducia nei propri confronti». Chiaro riferimento a Luzhkov, divenuto con gli anni troppo potente per restare gradito al "tandem" Putin-Medvedev. Così il presidente russo ha alzato sempre più il tiro contro l'ex signore di Mosca e la sua sposa, Elena Baturina, ricca imprenditrice edile sul cui capo si stanno addensando numerose inchieste giudiziarie.
Il 28 settembre Medvedev ha calato la scure su Luzhkov, attualmente in Austria: e ora che Mosca torna saldamente in mano al potere centrale, è chiaro che la manovra era nata soprattutto per volere di Putin. La città, e il suo immenso giro d'affari, ora è sua.
L'ex sindaco di Mosca destituito da Medvedev farà ricorso in tribunale e intanto attacca il Cremlino