Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2010 alle ore 07:23.
Uniformità e trasparenza: il collegato lavoro, che entra oggi in aula alla Camera per il rush finale, stabilisce regole comuni per le procedure ispettive a prescindere da chi guida la verifica, delineando in modo netto i contenuti del verbale di primo accesso, con il quale l'ispettore fotografa la situazione che si presenta ai suoi occhi una volta entrato in azienda. L'obiettivo è puntualizzare il più possibile la realtà accertata, rafforzando cosi il valore probatorio del verbale.
Un passo in avanti sulla strada tracciata dal ministero del Lavoro per coordinare le forze in campo contro il sommerso: il sistema delle ispezioni prevede infatti a fianco del personale ispettivo del dicastero di via Veneto anche i "controllori" di Inps, Inail, Guardia di Finanza e Arma dei Carabinieri e di altri enti. Un intreccio di competenze che - in assenza di un coordinamento - può ripercuotersi negativamente sulla vita dell'impresa attraverso controlli ripetuti e ravvicinati, che sottraggono tempo all'attività produttiva dell'azienda e vanificano lo spirito delle verifiche. Un ostacolo ben chiaro al ministero del Lavoro che punta a realizzare «più dialogo per dare maggiore efficacia all'azione ispettiva ed evitare eventuali sovrapposizioni di interventi» come più volte dichiarato dal ministero guidato da Maurizio Sacconi, che ha di recente siglato una convenzione con il ministro La Russa per la cooperazione tra direzioni provinciali del lavoro e Carabinieri da realizzare attraverso incontri trimestrali per lo scambio di dati e informazioni e la programmazione di eventuali verifiche da effettuare insieme. Sulla stessa linea d'onda il protocollo d'intesa tra ministero del Lavoro, Inps, Inail e agenzia delle Entrate per lo scambio di dati e informazioni che dovrebbe essere operativo nel giro di pochi mesi (salvo possibili problemi di privacy sulle informazioni condivise) e il piano straordinario della vigilanza in agricoltura ed edilizia del gennaio 2010.
In attesa di misurare l'efficacia di questi interventi, i risultati della lotta al sommerso evidenziano oltre un milione e mezzo di aziende ispezionate nel quinquennio 2005-2009, il 62% delle quali è risultato irregolare. Dalle verifiche effettuate dai 5mila ispettori ministeriali (compresi i militari del comando carabinieri per la tutela del lavoro) e dagli istituti previdenziali (Inps, Inail ed Enpals) è emerso l'impiego irregolare di 1,2 milioni di lavoratori di cui 630.815 totalmente in nero. Recuperati quasi 9 miliardi di contributi e premi evasi: 1,4 da parte del ministero del Lavoro, quasi 7 dall'Inps, 430 milioni dall'Inail e 76 milioni dall'Enpals.