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Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2010 alle ore 09:52.
Il presidente della Corte d'Appello di Milano, Alfonso Marra, si è dimesso dalla magistratura. È quanto si è appreso al Csm, dove oggi il magistrato era stato convocato per rispondere delle contestazioni che gli vengono mosse nell'ambito di una procedura di trasferimento d'ufficio. «Non sono mai venuto meno ai miei doveri», ha scritto in una lettera consegnata oggi al Csm, nella quale annuncia la sua decisione di presentare le dimissioni. La lettera è stata presentata a Palazzo dei Marescialli dal difensore di Marra, Piercamillo Davigo: oggi era, infatti,fissata un'audizione del magistrato davanti alla prima commissione del Csm, che aveva aperto nei suoi confronti la procedura di trasferimento per incompatibilità ambientale.
Il presidente della corte d'appello di Milano, Alfonso Marra, ha scelto, dunque, di fare un passo indietro. Il nome di Marra era saltato fuori nelle carte dell'inchiesta sulla cosiddetta P3. In diverse intercettazioni il giudice tributario Pasquale Lombardi, la toga milanese s'informava sui sostegni che potessero convincere gli "indecisi" nel Csm a preferirlo a un altro magistrato proprio nella corsa per la presidenza della Corte d'appello del capoluogo lombardo. E dalla P3 - secondo l'accusa - sarebbero poi venute le pressioni per far riammettere la lista di Roberto Formigoni che era stata inizialmente esclusa dalle elezioni regionali.
«Temo che nella situazione creatasi la mia permanenza alla presidenza della Corte d'Appello di Milano possa incidere sul buon andamento dell'amministrazione giudiziaria e sull'attività degli organi di autogoverno», ha scritto Marra, comunicando al Csm di aver chiesto «il collocamento a riposo per anzianità con decorrenza immediata». Mi sgomenta , scrive ancora, «che colleghi con i quali ho condiviso anni di impegno e ai quali sono legato da reciproca conoscenza - prosegue il magistrato - possano avere di me l'immagine di una persona disposta a sacrificare la propria libertà ed indipendenza per ottenere e mantenere una carica. Preferisco farmi da parte e riservare loro quel ricordo di affetto e colleganza che più di ogni cosa oggi mi costerebbe rinnegare». Nella lettera comunque Marra si dice sicuro che «il tempo
ristabilirà la verità».