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Super Lazio. Quanto contano i gol e i bilanci nelle squadre quotate in Borsa

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Questo articolo è stato pubblicato il 25 ottobre 2010 alle ore 16:58.

La striscia positiva in campionato mette le ali al titolo della Lazio, sospeso in Borsa per eccesso di rialzo (+25,98% il teorico). Cede, invece, la As Roma (-1%), che può vantare solo un pari 0-0 allo stadio Tardini di Parma e naviga nella parte più bassa della classifica di serie A, con solo due punti in più rispetto agli emiliani ultimi in classifica. Squadra che vince viene premiata dai mercati, squadra che perde viene punita. Sembra tutto molto semplice nell'andamento dei titoli delle società calcistiche quotate a Piazza Affari (alle due romane c'è da aggiungere solo la Juventus, tra i 20 club che militano nel massimo campionato). Effettivamente il dato sembra automatico, e non ha praticamente eccezioni, anche se non ci sono spiegazioni tecniche basate sui bilanci reali delle società, ma solo l'euforia del mercato di fronte all'obiettivo raggiunto dalla squadra e la speculazione conseguente sulle possibili vittorie future e sul rafforzamento del titolo nel breve periodo.

Sì perchè un'altra caratteristica di questi exploit in Borsa è la volatilità estrema, il fatto che una o più sconfitte di seguito possano modifcare all'istante l'andamento del titolo ed invertirne la rotta. Persino l'infortunio di un giocatore importante può condizionare la performance di una società sul mercato. Anche perchè la Lazio, quest'anno, non se la passa proprio bene sul versante dei conti, e per la prima volta nell'era Lotito (sei anni) è stata costretta a chiudere in rosso il suo bilancio (con una perdita di 1,69 milioni, da 12 milioni di utile della gestione precedente). Il patrimonio netto consolidato si è quasi azzerato mentre i debiti sono esplosi a 134,15 milioni, come ha scritto Gianni Dragoni su questo sito, ai quali va aggiunto il ritardo fino a tre mesi del pagamento degli stipendi.

Una situazione al momento non troppo florida ma che non impedisce al titolo di schizzare al rialzo nei momenti di gloria del dominio della classifica di A, davanti persino all'Inter campione d'Europa. Di fronte a questi risultati si mostra soddisfatto e tranquillo il patron Claudio Lotito, che ricorda di avere ben salda nella mani la società biancoceleste, con il 67% delle azioni, e che non teme nessun ribaltamento di fronte o scippo. Una società, la Lazio, che fra l'altro ha beneficiato a suo tempo - come le altre di A - della norma spalmadebiti per 212 milioni di euro e che ha fatto gola negli anni a finanzieri misteriosi quanto a improbabili cordate (tutti ricordano il caso che vide protagonista l'ex attaccante biancoceleste Giorgio Chinaglia, riconosciuto colpevole di "condotte manipolative in relazione ai titoli della S.S. Lazio", multato per 4,2 milioni di euro dalla Consob, colpito da mandato d'arresto per riciclaggio e tutt'ora latitante).

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Chi è felice per l'andamento, stavolta calcistico, della Lazio è il suo esperto tecnico Edy Reja, che può vantare il primato in classifca con quattro punti davanti ai nerazzurri. Predica tuttavia umiltà l'allenatore friulano: «La Lazio sta facendo bene, ma lo scudetto non è per noi». «Stiamo crescendo - precisa il tecnico - e arrivando alla giusta maturità, ciò non toglie che nei novanta minuti ci siano momenti di sofferenza, ma tanto cuore e questo fa la differenza». Mister Reja incassa anche i complimenti del suo ex compagno ai tempi della Spal, Fabio Capello, che ha paragonato la sua Lazio con il Verona scudettato di Osvaldo Bagnoli. Ma, ancora una volta Reja rimane con i piedi per terra: «Abbiamo un fraseggio diverso rispetto a quel Verona che era una macchina. La nostra dimensione è questa, confrontare il nostro valore con squadre del nostro rango: e poi bisogna guardare la tenuta della squadra almeno fino alla fine del girone d'andata».

Una concretezza e un profilo molto diverso dall'entusiasmo che circonda gli investitori, galvanizzati dai risultati in campo e desiderosi di scommetere anche dei soldi su questa Lazio. L'8 novembre sarà un'altra gornata da tenere d'occhio in Borsa, dato che domenica 7 c'è il derby con la Roma, in piena crisi di gioco e - ancora - societaria. (M. Do.)

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