House Ad
House Ad
 

Notizie Italia

Intervista a Nichi Vendola: le imprese si fidino di me. Lo stato non deve ostacolarle

Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2010 alle ore 08:13.

Partiamo dalla bufera Marchionne: ha detto che non fa utili per i bassi livelli di competitività. Ma non è una realtà?
Nel processo alle classi dirigenti non è Marchionne che può svolgere il ruolo della pubblica accusa. Il sistema d'impresa è stato complice di una gigantesca pigrizia culturale legata a un'idea leggera e di facili costumi della competitività da guadagnare per intero attraverso la compressione del costo del lavoro e della progressiva semplificazione delle relazioni industriali.

È la retorica del comunista nemico delle imprese?
Guardi, nella mia regione, agli imprenditori ho detto: amici miei, c'è bisogno di affrontare la globalizzazione, non abbiate paura, non fatevi incantare dalle sirene che invocano dazi. Ho fatto una legge sui finanziamenti per i distretti industriali di filiera che hanno consentito ai diversi attori di cicli produttivi omogenei di mettersi in rete accompagnando processi di internazionalizzazione. E ho creato distretti tecnologici messi al servizio di apparati produttivi. Sono fattori su cui ho costruito non una politica anti-imprenditoriale ma una nuova politica industriale che porti a un processo di responsabilizzazione del sistema produttivo.

La scarsa competitività di cui parla Marchionne è un dato.
Ma l'Italia è in affanno perché ci sono dei furbi a Pomigliano? O perché, per esempio, la Fiat ha investito pochissimo ed è stata indotta pochissimo a investire in innovazione? I problemi di cui parla Marchionne sono in molti casi oggettivi ma la causa va cercata altrove. Nella fuga dei pubblici poteri dalle responsabilità che non sono, però, quelle di ficcare il naso nel recinto delle imprese.

La sinistra non teorizzava la presenza pubblica in economia?
Lo Stato non deve diventare imprenditore ma essere il punto di vista dell'interesse globale e su questo indirizzare i finanziamenti alle attività produttive. Non possiamo avere il 90% di microaziende che come lillipuziani faticano a competere con il Gulliver della globalizzazione.

E allora cosa propone alle imprese?
Finanziamenti che incentivino la crescita dimensionale, la crescita qualitativa e l'ambientalizzazione degli apparati produttivi, la formazione permanente. Questi sono fattori competitivi nella mia visione: mettere insieme sapere e lavoro, cercare un compromesso avanzato tra economia ed ecologia. E invece qual è la politica del governo?

L’articolo continua sotto

Caro Vendola, da poeta a poeta sono con te

Caro Vendola, ti chiamano il poeta. Tra derisione e disagio. Perché parli in modo fantasioso,

Nella foto Nichi Vendola (Ansa)

Vendola presidente all'unanimità di Sel: siamo un piccolo partito e una grande speranza

FIRENZE - «Sono il presidente di un piccolo partito, ma di una grande speranza». Da oggi comincia

Berlusconi lasci: ora un nuovo governo per affrontare la crisi

Intervista a Massimo D'Alema. «Berlusconi lasci: ora un nuovo governo per affrontare la crisi»

«Bisogna essere molto preoccupati per la situazione del nostro paese». Massimo D'Alema da alcuni

Tags Correlati: CGIL | Cina | Confindustria | Distretti industriali | Giulio Tremonti | India | Italia | Marchionne | Nichi Vendola | Padoa-Schioppa | Pomigliano |

 

Ha finanziato gli ammortizzatori: per lei non ha valore?
Ma qual è stata la politica industriale? Non c'è stato per lungo tempo nemmeno un ministro. Quello che è accaduto meritava da parte di Confindustria una reazione ben più forte rispetto a quella timidissima che c'è stata. Per non parlare del ruolo che ha avuto nelle relazioni sociali: il governo da arbitro si è trasformato in parte avversa a una squadra. Mai l'Italia ha avuto un ministro come Sacconi che è entrato nel gioco drogandolo e truccandolo.

Perché si schiera con una parte minoritaria, quella che ha detto no a Pomigliano, no all'aumento di salari a fronte di incrementi di produttività?
Perché è una frottola, una costruzione ideologica. È dire: stiamo investendo al Sud. Invece chiude Termini Imerese. Oggi Marchionne ha quote impressionanti di cassa integrazione e lavoratori in uscita. Le sue formule assomigliano a un depistaggio. Il salario si conquista con la lotta, non con una generosità unidirezionale.

E con la produttività. Perché qui è più bassa che ovunque?
Perché sono asini quelli che non hanno investito in innovazione. Non si poteva pensare che Cina e India avrebbero continuato a produrre mutande e calzini. Lo sa che il gioco più importante dei bambini indiani sono le olimpiadi di matematica? La Cina sforna mezzo milione di ingegneri all'anno e l'India 200mila mentre la maggior parte dei ragazzi italiani di terza media non ha cognizione precisa delle quattro operazioni. Siamo all'analfabetismo di ritorno e Tremonti taglia 8,5 miliardi alla scuola e 1,4 miliardi all'università mentre la competizione sui bassi costi e le scarse tutele sta finendo.

Lei vuole essere l'espressione politica della Cgil?
Non ho messo in piedi il partito della Cgil. Non voglio un partito malato di neo-collateralismo e penso che i sindacati abbiano sbagliato sempre quando l'hanno fatto. Ma il sindacato non può mai essere filogovernativo. Sono grato alla Fiom che a Pomigliano o Melfi non ha fatto battaglie minoritarie e ha continuato a chiedere un negoziato. Ma mettere in discussione il diritto alla salute o allo sciopero con l'alibi dell'assenteismo è insopportabile.

Marchionne ha investito mentre mancano i capitali esteri, l'altolà Fiom rischia di allontanarli definitivamente?
Torno da Parigi dove milioni di lavoratori sono in piazza insieme a tutti i sindacati e a tutti i partiti di opposizione. Mi sembra che la conflittualità non sia il problema italiano. Piuttosto, il sito del ministero dello Sviluppo fa sapere che in Italia per fare un'opera dai 100 milioni di euro in su ci vogliono dai 12 ai 20 anni. Cosa risponde Berlusconi che, con brevi pause, governa dal '94?

E lei cosa risponde a un mondo del lavoro che vi ha puniti alle elezioni lasciandovi fuori dal Parlamento?
La sinistra ha due limiti: una cultura compatibilista subalterna che, d'istinto, tra Marchionne e gli operai pensa di dover stare con Marchionne. Quella si è suicidata. L'altra sinistra è invece innamorata del minoritarismo, dell'estetica della sconfitta, della sociologia del dolore. Queste due sinistre, una riformista e una radicale, hanno determinato una globale sconfitta culturale.

E il velleitarismo? Quelle promesse che non fanno i conti con il debito pubblico e segnalano che abbiamo vissuto sopra i nostri mezzi?
Questa è una rappresentazione semplificata e fiabesca. Noi siamo in una condizione disatrosa a causa di politiche liberiste. Artefice è Giulio Tremonti, con qualche corresponsabilità di Padoa-Schioppa. Siamo un paese in cui la politica di contenimento del debito è stata fatta come fuga dalla crescita. Siamo di fronte al paradosso che Tremonti taglia la spesa sociale come mai mentre cresce la spesa pubblica come mai: miracoli della finanza post-creativa! Questo è un paese socialmente ridisegnato dalla destra per cui il 10% possiede il 50% della ricchezza. È un paese in cui la rendita si è mangiata la ricchezza prodotta dal lavoro. Lì bisogna andare a bussare.

C'è ancora il "rischio Unione" per il centro-sinistra?
Il rischio è un altro. Che ci si innamori dell'idea di un governo di transizione che congeli tutto fino alla scadenza naturale della legislatura. Ma un governo che mettesse insieme centro-sinistra e parti del centro-destra per fare le riforme economiche sarebbe un colpo alla democrazia.

Parla come Berlusconi...
Ma le ragioni sono opposte. Un tale governo sarebbe contro il lavoro perché sposerebbe il paradigma liberista. E offenderebbe le regole elementari della democrazia. Sarebbe un atto di assoluto degrado della vita politica.

E la "santa alleanza" per il voto fino a Casini e oltre?
La santità poco si addice alla politica. C'è la necessità di una larga alleanza tra culture riformatrici. E per metterla in piedi servono le primarie e una discussione pubblica sulle parole chiave che possano schiudere le porte a un futuro in cui vinca l'Italia migliore.

Shopping24

Da non perdere

L'esempio di Baffi e Sarcinelli in tempi «amari»

«Caro direttore, ho letto (casualmente di fila) i suoi ultimi tre memorandum domenicali. Da

L'Europa federale conviene a tutti

Ho partecipato la scorsa settimana a Parigi a un incontro italo francese, dedicato al futuro

Non si può privatizzare la certezza del diritto

In questa stagione elettorale, insieme ad un notevole degrado, non solo lessicale, ma anche di

Le sette criticità per l'economia Usa

Quale futuro si prospetta per l'economia degli Stati Uniti e per quella globale, inevitabilmente

Sull'Ilva non c'è più tempo da perdere

La tensione intorno al caso dell'Ilva non si placa. Anzi, ogni giorno che passa – nonostante i

Casa, la banca non ti dà il mutuo? Allora meglio un affitto con riscatto. Come funziona

Il mercato dei mutui in Italia resta al palo. Nell'ultimo mese la domanda di prestiti ipotecari è


Jeff Bezos primo nella classifica di Fortune «businessperson of the year»

Dai libri alla nuvola informatica: Jeff Bezos, fondatore e amministratore delegato di Amazon,

Iron Dome, come funziona il sistema antimissile israeliano che sta salvando Tel Aviv

Gli sporadici lanci di razzi iraniani Fajr-5 contro Gerusalemme e Tel Aviv costituiscono una

Dagli Assiri all'asteroide gigante del 21/12/2012, storia di tutte le bufale sulla fine del mondo

Fine Del Mondo, Armageddon, end of the World, Apocalypse? Sembrerebbe a prima vista roba da