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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2010 alle ore 16:47.
Una novità dopo l'altra: ecco che cosa caratterizza i test match "targati" Cariparma che la nazionale di rugby, come vuole la tradizione, ospiterà a novembre. Con tre formazioni dell'emisfero Sud che rappresentano altrettanti ostacoli di altezza rilevante: non abbiamo mai battuto l'Australia, che è seconda nel ranking mondiale, e in Italia non battiamo l'Argentina (ottava) dal lontano 1998; quanto a Figi, la squadra del Sud Pacifico è sicuramente quella più alla portata, ma con il 10° posto nella classifica planetaria ci sopravanza comunque di uno scalino. A proposito di ostacoli, comunque, il presidente della Fir Giancarlo Dondi colloca l'asticella molto in su: «L'obiettivo – dice – è vincere due incontri su tre».
Tre partite, tre sedi nuove di zecca. La prima squadra azzurra non ha mai giocato a Verona (lo farà sabato 13 novembre con l'Argentina) e neppure a Firenze (Australia, sabato 20) e a Modena (Figi, sabato 27). Bentegodi, Franchi e Braglia: stadi i cui nomi sono abbinati al calcio, che per una volta ospiteranno porte ad acca, senza reti. L'anno scorso capitò addirittura a San Siro e fu un evento a tutto tondo. L'appeal delle avversarie di quest'anno non si può paragonare a quello degli All Blacks neozelandesi, che convogliarono 80mila persone al Meazza. Ma certo il traguardo è quello di puntare il più possibile al tutto esaurito. E anzi - come si è detto nella presentazione di oggi a Milano – si spera (non per sadismo) che un certo numero di persone rimanga all'esterno di impianti pienissimi.
Sul piano tecnico si cominceranno a sperimentare gli effetti della partecipazione di due squadre italiane alla Magner Celtic League, il supercampionato che già raggruppava le migliori selezioni irlandesi, gallesi e scozzesi. Se si esclude una pattuglia d'eccellenza rimasta all'estero, quasi tutti i giocatori della rosa azzurra appartengono a Benetton Treviso e Aironi, quindi dovrebbero gradualmente abituarsi ai livelli tecnici e fisici imposti dalle partite di Celtic. Ci spera anche il ct Nick Mallett (sul cui futuro con l'Italia dopo i Mondiali 2011 non si può al momento scommettere): «Penso che questo sia il gruppo più forte a mia disposizione da quando sono arrivato tre anni fa – ha detto – soprattutto perché la scelta è aumentata in quasi tutti i ruoli (ma non in quello chiave di mediano d'apertura, ha ammesso lo stesso ct, ndr). Quanto alla Celtic, credo che molti giocatori del Benetton, forti della buona partenza della loro squadra, abbiano acquistato fiducia nei loro mezzi sulla scena internazionale. Gli Aironi hanno avuto più difficoltà, è vero, ma è solo questione di tempo».