Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2010 alle ore 15:41.
«Voi non potete e non dovete adattarvi a un amore ridotto a merce di scambio, da consumare senza rispetto per sè e per gli altri, incapace di castità e di purezza: questa non è libertà». Incontrando i giovani di Azione cattolica papa Benedetto XVIha risposto alle domande dei ragazzi riproponendo l'insegnamento della Chiesa sul valore dell'affettività e dell'amore umano alla luce dello sviluppo integrale della persona umana, contestando il modello di amore "consumistico" spesso veicolato dai media, vecchi e nuovi.
Davanti ai circa centomila ragazzi provenienti da tutta Italia, il pontefice ha sostenuto che «molto amore proposto dai media e da internet non è amore ma è egoismo, chiusura: vi dà l'emozione di un momento ma non vi rende felici, non vi fa grandi». «Certo - ha proseguito Benedetto XVI - costa anche sacrificio vivere in modo vero l'amore. Senza rinunce non si arriva a questa strada. Ma sono sicuro che voi non avete paura della fatica di un amore impegnativo e autentico: è l'unico che, in fin dei conti, dà la vera gioia».
Papa Ratzinger è rimasto impressionato dall'afflusso di ragazzi all'incontro in piazza San Pietro (accompagnati dal cardinale presidente della Cei Angelo Bagnasco, dal presidente dell' Ac Franco Miano, da 25 vescovi e 700 preti) e ha mostrato grande gioia nel parlare con loro: «Sono semplicemente felice di vedervi così numerosi a questo incontro. Quando sono con voi mi sento ringiovanito, il tempo passa veloce, vorrei fermarvi di più ma altri mi aspettano», ha detto ancora il papa, che ha esortato le nuove leve del cattolicesiomo italiano a tenere fede al motto dell'Azione cattolica ragazzi che recita "c'è di più" .
Papa Ratzinger ha anche parlato del ruolo essenziale della famiglia per la formazione dei giovani, «senza la quale si rischia di costruire sulla sabbia», così come della funzione decisiva della scuola e degli educatori. Ha spezzato una lancia in favore della presenza dei giovani nella Chiesa l'assistente ecclesiastico generale dell'Azione cattolica, mons. Domenica Sigalini, secondo cui «non è vero che le nostre chiese sono abbandonate dai giovani, anzi, quando percepiscono che c'è gente che vuole il loro vero bene e che nell'incontro con Gesù c'è una risposta alla loro esigenza di volere di più, ne siamo assediati». «Questi ragazzi - ha spiegato - non vogliono mediocrità o adattamenti, ma sogni e voli alti. La misura che proponiamo è la santità, niente di meno». E proprio l'emergenza educativa, citata da mons. Sigalini, sarà il tema centrale individuato dalla Cei per l'attuale decennio della Chiesa italiana. (M. Do.)