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Questo articolo è stato pubblicato il 31 ottobre 2010 alle ore 16:31.
Una mano sul cuore e via. Basterà? Dopo il litigio con il presidente Riccardo Garrone (legato a lui da un affetto che fino a pochi giorni fa sembrava inossidabile) e dopo la decisione della Sampdoria di dare il via a un procedimento sportivo che potrebbe portare alla rescissione unilaterale del contratto e al blocco dello stipendio, Antonio Cassano parla. Quelle scuse che ha presentato verbalmente ma si è rifiutato di mettere per iscritto, ora le affida all'Ansa.
Ecco le parole di Fantantonio: «Sono dispiaciuto per quanto accaduto e peraltro ho già chiesto scusa al dottor Garrone, al quale voglio molto bene, in presenza dei compagni di squadra. A loro faccio un grande in bocca al lupo per la partita di oggi a Cesena», poi vinta dai blucerchiati 1-0 con un gol in extremis di Pazzini. «Ho letto - aggiunge il giocatore barese - che tutta la vicenda sarebbe collegata a speculazioni di mercato ma ribadisco che, sempre che ce ne sia la possibilità, è mia ferma intenzione rimanere alla Sampdoria».
Oggi La Gazzetta dello Sport entra nel dettaglio e riporta le frasi pronunciate dal campione barese quel martedì pomeriggio che difficilmente i tifosi blucerchiati dimenticheranno. Su quanto pubblicato dalla "rosea" non sono arrivate smentite di alcun genere.
In un crescendo, secondo la ricostruzione dell'accaduto, Cassano prima si rifiuta di accompagnare Garrone a Sestri Levante per il ritiro di un premio eppoi, alla richiesta di spiegazioni, gli dice: «Eh sì, che vado a prendere un premio in quella m... di albergo».
Garrone lo riprende: «Chi ti credi di essere. E non dirmi che sto alzando la voce, con te non l'ho mai fatto»...
Cassano esce dalla sala riunioni e negli spogliatoi prosegue con sonori «Vaffa...», «Vecchio di m...», e altri epiteti in rima.
Il personaggio, come si sa, non è nuovo a eccessi e litigi, dentro il campo e anche fuori. Arrivato alla Samp nel 2007, ha progressivamente cambiato atteggiamento. In tre anni "solo" un'espulsione con squalifica pesante per la sfuriata contro l'arbitro nel corso di una partita interna con il Torino e, l'anno scorso, un'assenza piuttosto lunga nella fase centrale del campionato per motivi tecnici e fisici. Lo volle l'allenatore Delneri - allora alla guida dei blucerchiati e ora sulla panchina della Juve - e la società gestì un momento particolarmente delicato con molta accortezza. Cassano tornò in tempo per dare un apporto decisivo alla volata vincente della Sampdoria verso il quarto posto che ha aperto le porte ai preliminari di Champions League.