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Questo articolo è stato pubblicato il 02 novembre 2010 alle ore 17:17.
«Procedure di identificazione, fotosegnalazione e affidamento sono state correttamente eseguite e non sono previsti ulteriori accertamenti sul punto». Dunque, secondo il procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati, sono state seguite le procedure quando Ruby venne portata in Questura e poi venne rilasciata dopo qualche ora e affidata alla consigliere regionale Nicole Minetti.
«Prima si accerterà la verità sul caso Ruby, poi si procederà contro chi ha gettato fango, come La Repubblica, sulla Questura di Milano, a tutela della credibilità e del buon nome della polizia», ha commentato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. «Io - ha aggiunto il ministro a margine di una visita a Gerusalemme - sono sempre stato certo della correttezza dei miei uomini: oggi c'è l'autorevole conferma da parte della Procura che la Questura di Milano ha agito correttamente e questo sgombra il campo da tutte le illazioni fatte».
«Le dichiarazioni del procuratore di Milano chiudono definitivamente ogni speculazione sulla vicenda della telefonata che quindi non ha avuto, come già detto più volte, influenza alcuna sulle autonome ed impeccabili decisioni della Questura. Giorni e giorni di articoli diffamatori vengono così posti nel nulla», ha affermato in una nota Niccolò Ghedini, parlamentare Pdl e avvocato del premier, Silvio Berlusconi. «Aveva ragione il presidente Berlusconi ad affermare che si trattava di una tempesta di carta. In analogo modo - aggiunge Ghedini - terminerà anche la nuova vicenda assurda ed incredibile che proviene da Palermo».
Proprio oggi è emerso che la escort Nadia Macrì ha raccontato ai magistrati di Palermo di avere avuto due incontri sessuali con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e di avere per questo ricevuto, ogni volta, una busta con 5mila euro come compenso. Le dichiarazioni sono riportate in un verbale di interrogatorio che la ragazza ha reso ai primi di ottobre ai magistrati di Palermo. Il verbale è stato secretato ed è negli atti dell'inchiesta di cui si valuta il trasferimento a Milano.
Emerge poi che avrebbe avuto origine da un pestaggio di prostitute l'inchiesta su un giro di escort d'alto bordo, nella quale si inserisce la vicenda del presunto intervento del premier, Silvio Berlusconi, nell'accompagnamento in questura, per identificazione, della marocchina Ruby a Milano.È il 2008, infatti, quando in un viale cittadino alcuni sfruttatori compiono un raid contro alcune lucciole del giro concorrente, prendendone un paio a colpi di catena. L'indagine, gestita dal commissariato competente per territorio, porta poi all'individuazione dei responsabili grazie a un confidente. Lo stesso che, alla fine dell'anno successivo, il 2009, suggerisce agli investigatori la pista del giro di escort, tra cui Ruby, in un albergo del centro di Milano con facoltosi clienti.