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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2010 alle ore 14:55.
«Nei momenti difficili, anche dai fatti negativi bisogna sempre trarre ciò che di buono ne può derivare. In un momento oggettivamente non semplice per il Pdl sta emergendo una nuova grande coesione all'interno del partito, la consapevolezza che si risponde con i fatti, con l'unità, guardando alle cose che interessano agli italiani». Così Ignazio La Russa, al termine dell'incontro dei vertici del Pdl con Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli. «Mai come in questi ultimi giorni - ha aggiunto - è emersa una comune volontà di superare le difficoltà con la coesione e con i progetti».
La linea emersa nell'incontro è quella di seguire la strada già delineata, in coerenza con i 5 punti programmatici e con l'azione di governo, senza subire l'influenza del dibattito interno a Futuro e Libertà. Anche se la presenza di Italo Bocchino, capogruppo di Fli alla Camera, alla trasmissione Ballarò, sarebbe stata commentata, secondo quanto riferisce un dirigente del partito, con frasi «sgradevoli». Ne è seguito un breve dibattito su quello che succederà a Perugia. «In sintesi - spiega un partecipante - abbiamo tutti convenuto sulla necessità di non farci influenzare, perchè se loro vogliono procedere con l'appoggio esterno lo faranno a prescindere dalle nostre decisioni alla Direzione di domani». Anche il tema del passaggio di due parlamentari del Pdl a Futuro e Libertà è stato commentato. La conclusione, riferisce uno dei partecipanti, sarebbe stata che dietro l'addio al Pdl vi sarebbero in entrambi i casi «ragioni di carattere personale che nulla hanno a che fare con la politica».
Il Senatur, invece, a chi gli chiede l'esito dell'incontro di ieri con Berlusconi sulle sorti del Governo risponde: «Abbiamo deciso di andare avanti a tutta forza». Il caso Ruby e lo stillicidio delle escort inquieta un po' il leader della Lega che, conversando con i giornalisti a Montecitorio, si confessa «un po' preoccupato anche per l'immagine internazionale, perché questo è un paese che deve vendere i titoli di stato». E ai cronisti che gli chiedono cosa succederebbe nel caso in cui Fli dovesse ritirare la propria delegazione al Governo limitandosi all'appoggio esterno, Bossi risponde: «Vedremo. Per ora il governo è questo. Sono solo ipotesi, aspettiamo di vedere quale sarà la realtà».