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Economia Politica economica

Governo battuto sulla finanziaria

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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2010 alle ore 08:08.

Un miliardo per l'università già nella legge di stabilità. A prometterlo è lo stesso ministro dell'economia Giulio Tremonti, che ieri sera, giunto in commissione bilancio della Camera, ha proposto di «fermare gli orologi e immaginare un corpo di emendamenti, da inserire in finanziaria, che contenga la bozza del decreto sullo sviluppo». In sostanza, buona parte di quel pacchetto annunciato da 7 miliardi, come la proroga degli ammortizzatori sociali, la copertura della detassazione del salario di produttività o il rifinanziamento del 5 per mille, troverà posto nella nuova finanziaria.

La scelta di anticipare nel ddl stabilità le misure del decreto sviluppo, che il governo avrebbe varato a metà novembre , ha la benedizione del presidente del Consiglio. A precisarlo è stato sempre Tremonti in commissione: «Chiaramente ne abbiamo discusso con Berlusconi e si tratta di anticipare tutto».

Ora spetterà al presidente della Camera, Gianfranco Fini, riscrivere il calendario dell'esame della legge di stabilità. Tutti i gruppi parlamentari, all'unanimità hanno accolto con favore la proposta di Tremonti e hanno dato mandato pieno al presidente della commissione Giancarlo Giorgetti (Lega) di chiedere a Fini le nuove date per l'esame. Lo stesso Giorgetti, raccogliendo il mandato, ha quindi riaggiornato i lavori alla «prossima settimana quando il governo e il relatore saranno in grado» di presentare il maxiemendamento al ddl stabilità.

«Una grande giornata per il parlamento che torna centrale nella vita politica del Paese» ha commentato il capogruppo di Futuro e libertà in commissione bilancio, Nino Lo Presti. «Era ora - aggiunge Lo Presti - che il ministro Tremonti assumesse un attegiamento più collaborativo con la sua maggioranza»

Il blitz in commissione del ministro dell'Economia è scattato, infatti, dopo un lungo braccio di ferro della componente finiana della maggioranza, culminato con la bocciatura del governo al primo voto significativo sugli emendamenti alla legge di stabilità. Nel pomeriggio infatti la maggioranza era stata battuta su un emendamento presentato dall'Mpa e uno dell'Udc, votati da Fli, Api, Pd e Idv che cancella la possibilità concessa alle regioni di poter chiedere al Cipe l'utilizzo dei fondi Fas per recuperare parte dei tagli ai trasferimenti per il trasporto pubblico locale e per l'edilizia sanitaria operati dalla manovra estiva (Dl 78).

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Tags Correlati: Cipe | Giancarlo Giorgetti | Gianfranco Fini | Giulio Tremonti | Giuseppe Vegas | Governo | Idv | Lega | Marco Milanese | Maria Teresa Armosino | Movimento per l'Autonomia | Nino Lo Presti | Pd | PDL | Udc

 

Sulla modifica il governo e il relatore, Marco Milanese (Pdl), avevano espresso parere contrario. Ma al momento della conta la proposta è stata approvata con 24 voti a favore, 22 contrari e un astenuto (il presidente Giorgetti). E quello poteva essere solo l'inizio. Futuro e libertà non ha mai accennato a voler "mollare la presa", confermando a più riprese - nonostante le ampie rassicurazioni del viceministro all'Economia, Giuseppe Vegas - di voler votare, con l'appoggio a questo punto delle opposizioni e dell'Mpa, i suoi tre emendamenti "bandiera" alla nuova legge di stabilità: maggiori risorse e immediate per università e scuole, ricerca ed emittenze radiotelevisive locali.

A questi si aggiungono poi anche gli altri temi posti sul taoppeto emersi sempre all'interno della maggioranza, come quello sul patto di stabilità interno chiesto mercoledì dal Maria Teresa Armosino (Pdl). Tutti argomenti ritenuti centrali per lo sviluppo del paese su cui il ministro Tremonti ha dunque dato la disponibilità del governo ad avviare dalla prossima settimana il confronto.

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