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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2010 alle ore 08:08.
L'obiettivo strategico è raggiungere da qui al 2020 un livello minimo di spesa complessiva, pubblica e privata, destinata alla ricerca e innovazione pari all'1,53% del Pil, contro l'attuale 1,1 per cento. Per questo il governo intende tra l'altro attuare il programma nazionale della ricerca così da «allineare la spesa italiana in questo settore alla media europea».
L'elenco delle linee di azione che il governo intende mettere in campo (variabile politica permettendo) è contenuto nella bozza del «programma nazionale di riforma» che verrà discussa oggi in consiglio dei ministri. Si tratta del primo degli adempimenti previsti dalla nuova governance economica europea. Il documento dovrà essere trasmesso a Bruxelles entro il 12 novembre in versione preliminare, mentre l'integrale è atteso per il mese di aprile insieme all'aggiornamento del programma di stabilità. Federalismo fiscale, riforma della tassazione, previdenza, competitività e riforma della pubblica amministrazione: l'elenco delle misure in cantiere e degli effetti attesi dalle riforme già avviate è nutrito. Lo scenario è costituito dagli obiettivi della strategia Ue 2020 per la crescita e l'occupazione. In tale ambito, gli stati membri sono chiamati a focalizzare i loro programmi nazionali sullo scenario macroeconomico a medio termine, le misure da adottare per centrare gli obiettivi e l'identificazione degli ostacoli.
Sul fronte dell'energia, la strategia di lungo termine - si legge nel documento - «impone hic et nunc l'avvio della reintroduzione della produzione elettronucleare nel nostro paese attraverso l'installazione di impianti a tecnologica nucleare di terza generazione avanzata». Circa 9 miliardi di fondi gestiti dalle regioni saranno indirizzati all'efficienza energetica e al potenziamento dei servizi ambientali: 4 miliardi sono destinati «allo sviluppo delle energie rinnovabili, al risparmio e all'efficienza energetica». Nel campo dei mercati energetici il governo «procederà al recepimento delle direttive del cosiddetto terzo pacchetto mercato interno».
Sulla scuola, gli obiettivi in tema di abbandoni si attestano al 17,9% da qui al 2013, per scendere al 17,3% nel 2015 e tra il 15 e 16% al 2020. Per l'università, nel documento si indica come «obiettivo primario» l'eliminazione della frammentazione degli indirizzi, accanto al sostegno della qualità dell'offerta formativa. Gli investimenti totali dedicati all'istruzione vengono quantificati in circa 4,3 miliardi di euro, 3,8 dei quali sono destinati «ad azioni di riforma dei sistemi di istruzione e formazione, per sviluppare l'occupabilità e aumentarne la pertinenza rispetto alle esigenze del mercato del lavoro». Poco meno di 500 milioni sono invece destinati alle infrastrutture dedicate all'istruzione.