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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2010 alle ore 19:40.
Più della metà degli abitanti nei paesi in via di sviluppo ha un cellulare: secondo l'Unione internazionale delle telecomunicazioni entro la fine dell'anno gli utenti di telefonia mobile saranno 3,8 miliardi. E sono proprio i messaggi sms la chiave di volta per il progetto di Txteagle per le nazioni povere: in Kenya, per esempio, invia brevi testi con la richiesta di traduzione dallo swahili, l'idioma locale: il destinatario risponde con un altro sms e riceve un versamento da riscuotere attraverso servizi di mobile money che aumentano il credito telefonico.
Ma l'orizzonte di Txteagle è ambizioso: vuole coinvolgere la sua community globale in microcompiti, come le risposte a sondaggi di mercato o la rilevazione dei prezzi nei mercati locali. Attraverso la telefonia mobile collega gli abitanti dei paesi in via di sviluppo alle domande delle aziende che vogliono esplorare altri territori, o accedere alle risorse di nicchia. Rispetto ad altre iniziative simili, si distingue per il metodo di selezione delle persone che partecipano alla soluzione dei microproblemi: preferisce contattare comunità già impegnate sul territorio in organizzazioni o associazioni che hanno tempo libero a disposizione.
Ma è soprattutto internet ad ospitare spazi per la collaborazione. CrowdFlower è stato lanciato di recente. E punta anche sui social network. Per esempio, chiede agli utenti dei videogiochi online come la fattoria elettronica Farmville di Facebook di partecipare a un sondaggio: in cambio, versa una somma di denaro virtuale da spendere all'interno del videogame. Finora ha collaborato con anche Microsoft e eBay. Altre piattaforme di crowdsourcing sono diventate spazi per gare tra designer. Come CrowdSpring: le aziende lanciano un'idea alla community per un logo o un progetto creativo e attendono le risposte. Poi assegnano un premio ai vincitori. Trovare l'equilibrio tra richieste dei committenti e competenze offerte dalle nicchie che partecipano online non è una strada semplice.
Innocentive, per esempio, era uno spinoff della casa farmaceutica Eli Lilly: ha proposto premi ai ricercatori scientifici che erano in grado di proporre soluzioni valide per i quesiti posti dalle aziende. Nel tempo, la sua piattaforma si è evoluta. Ha aperto alle organizzazioni non profit che avevano bisogno di un supporto. Poi, ha ampliato le collaborazioni con le multinazionali per trovare piccole e medie imprese capaci di garantire competenze specialistiche. Demand Media, invece, ha presentato una domanda per la quotazione in borsa: analizza gli argomenti più cercati su internet e poi chiede di scrivere articoli al suo network di collaboratori. Vuole raccogliere 125 milioni di dollari con lo sbarco sul listino.