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Questo articolo è stato pubblicato il 06 novembre 2010 alle ore 18:25.
Via libera al nuovo pacchetto sicurezza: un decreto legge e un disegno di legge licenziati ieri dal Consiglio dei ministri. Le norme sono quelle annunciate: sicurezza negli stadi, rimpatrio dei comunitari e reato di prostituzione, rafforzamento dell'Agenzia per i beni confiscati, introduzione a regime della carta di identità elettronica, tracciabilità dei flussi finanziari. Una novità attesa riguarda le connessioni wi-fi dei pc: il disegno di legge propone che non sarà più necessario consegnare il documento di identità per connettersi on line in un internet point (si veda articolo a fianco).
Il rimpatrio dei comunitari
Ok bipartisan a questa scelta e il ministro Roberto Maroni dice: «Abbiamo cercato di contemperare l'esigenza di navigare liberamente in rete con quelle legate alle misure antiterrorismo». Protesta il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso: si rischia, dice, di «ridurre moltissimo la possibilità di individuare tutti coloro che commettono reati attraverso internet. Dietro queste reti wi-fi e internet point – sottolinea – ci si può nascondere benissimo nella massa degli utenti non più identificabili e si possono trovare anche terroristi, pedofili e mafiosi».
Nel Ddl si prevede l'espulsione del cittadino comunitario per motivi di ordine pubblico se rimane sul territorio in violazione della direttiva Ue n. 38 del 2004. Se, dopo i primi tre mesi di soggiorno, il comunitario non ha un lavoro, un reddito e un'abitazione, scatta la sanzione dell'«invito da allontanarsi» dall'Italia che, se non rispettato, produce l'espulsione per motivi di ordine pubblico.
Foglio di via per le lucciole
In piena bufera Ruby ed escort, il Consiglio dei ministri introduce il reato di prostituzione. Il premier Berlusconi, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, spiega che è stato ripreso il ddl Carfagna fermo da tempo in Parlamento. Prevista la possibilità di applicare misure di prevenzione, come il foglio di via, per chi, violando le ordinanze dei sindaci, esercita la prostituzione in strada». Dovrebbe scattare la sanzione per il cliente così come per la prostituta, e l'introduzione del reato per chi esercita l'attività in un luogo pubblico. Le pene sono l'arresto da 5 a 15 giorni e l'ammenda da 200 a 300 mila euro. L'opposizione parla di «umorismo involontario del premier».