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Questo articolo è stato pubblicato il 07 novembre 2010 alle ore 06:37.
L'Italia, e l'Europa, non corrono, ma l'economia mondiale continua a crescere, trainata dallo sviluppo dei paesi asiatici. Ecco perché la gomma, e l'oro, battono record storici; l'ottone per fare i rubinetti si impenna e la "virgin naphta" dell'industria chimica ha superato i 500 euro a tonnellata, mentre i prodotti agricoli sono sui livelli del 2008 trainati dallo zucchero che ha fissato il picco trentennale. In rialzo i cereali, con tensioni sui listini del caffè e anche del cotone, solo per citare alcuni prodotti noti al grande pubblico.
Nell'ultimo anno, dicono in coro da Lumezzane (Brescia) a San Maurizio D'Opaglio (Novara), le barre d'ottone con le quali si fanno le valvole, un settore dove l'Italia è leader mondiale, nell'ultimo anno sono cresciute di circa mille euro arrivando a 4.550 euro per tonnellata, cioè più di 4,5 euro al chilogrammo.
Ma su questo versante l'aspetto forse più preoccupante, oltre alle quotazioni, è la fortissima volatilità dei listini che spesso arriva addirittura a "falsare" nelle comparazioni i bilanci di molte aziende del settore.
Spiega un big del settore come Renzo Cimberio, amministratore delegato dell'azienda novarese di famiglia che porta il suo nome:
«I motivi di queste forti oscillazioni nei prezzi sono a volte imperscrutabili, anche se molto spesso troviamo pesanti elementi distorsivi nelle finanziarie che operano sui future. Inoltre i listini delle barre di ottone dipendono da molti fattori come il prezzo del rame fissato al London metal exchange, dall'andamento delle quotazioni dei rottami e anche da quelle degli sfridi di produzione. In questo scenario diventa quindi difficile per gli utilizzatori sia fare previsioni, sia anche solo pensare di tenere sotto controllo la situazione perché i prezzi tendono a diventare una variabile indipendente, con modifiche repentine e, apparentemente, incomprensibili. Il tutto danneggia il settore, già alle prese con una congiuntura edilizia particolarmente debole».
Dalla Toscana troviamo sulla stessa lunghezza d'onda Luciano Parolai, Metal business director della Kme:
«È soprattutto la volatilità del rame a Londra che costituisce il principale elemento di costo e di rischio della gestione aziendale e scoraggia l'utilizzo di prodotti di rame e leghe, nonostante le caratteristiche tecniche e qualitative intrinseche in tali prodotti».