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Sacconi si corregge: aiuti anche alle coppie di fatto Giovanardi: basta proclami sul fisco per la famiglia

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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2010 alle ore 14:38.

L'Abc della bozza di Piano di politiche per le famiglie

Giovanardi: biotecnologie tolgono diritti ai figli. Fisco a misura di famiglie

Napolitano: famiglia straordinaria risorsa per l'intera collettività

Bentornata, famiglia (di Laura La Posta)

MILANO. Misure aggiuntive per sostenere le famiglie: zero. Polemiche: mille. È il bilancio della prima giornata di lavori della Conferenza della famiglia di Milano, in svolgimento fino a mercoledì. Tre giorni di studi per correggere la bozza del Piano nazionale di politiche per la famiglia da consegnare al governo. Ma a quale governo non è dato sapere, viste le turbolenze in atto.

L'opposizione intera e larghe fette della rappresentanza civile laica hanno protestato contro le frasi di Giovanardi («le biotecnologie possono togliere ai figli il diritto di nascere all'interno di una comunità d'amore con una identità certa materna e paterna») e di Sacconi, che ha difeso soltanto «i diritti delle famiglie fondate sul matrimonio e votate alla procreazione». Tanto che in serata, ad un altro convegno a Torino, il ministro ha dovuto precisare che faceva riferimento a tre articoli della Costituzione e che anche «i figli delle coppie di fatto vanno sostenuti», aggiungendo: «non sono un nazista».

Tra polemiche sui bimbi in provetta, sull'aborto da evitare a ogni costo, sui modelli di famiglia non tradizionali esclusi dalla conferenza, sui gay non rappresentanti, su distrazioni del premier Berlusconi dovute alle notturne frequentazioni femminili, la conferenza ha provato a tenere la rotta sul suo focus: nove milioni di coppie con figli nel nostro paese stanno soffrendo per la crisi più degli altri nuclei sociali. E non solo per la crisi: le coppie con figli sono calate del 9% negli ultimi dieci anni, secondo l'Istat.

Ecco perché in sala è serpeggiata la delusione per il mancato annuncio di misure forti a sostegno della famiglia, chieste a gran voce dalla conferenza dei vescovi, dal Forum delle associazioni della famiglia, dalle parti sociali, dall'opposizione. E non potevano esserci, viste le turbolenze nel governo e l'assenza degli unici uomini in grado di imprimere davvero una svolta: il premier Silvio Berlusconi, assente per paura di contestazioni dopo l'imbarazzo espresso dal mondo cattolico sulla sua condotta privata (ma anche per l'impossibilità di portare promesse attuabili nelle attuali restrizioni di bilancio), e il ministro dell'economia Giulio Tremonti, che tiene i cordoni della borsa statale.

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Giovanardi: biotecnologie tolgono diritti ai figli. Il governo pensa a un fisco a misura di famiglia

«I progressi della scienza e le biotecnologie possono togliere ai figli il diritto di nascere

L'Abc della bozza di Piano di politiche per le famiglie (Corbis)

L'Abc della bozza di Piano di politiche per le famiglie

Un fisco e un insieme di politiche sociali più eque con le famiglie, all'interno di un progetto

Napolitano: famiglia straordinaria risorsa per l'intera collettività

«La famiglia è una straordinaria risorsa per l'intera collettività, è fondamento insostituibile per

Tags Correlati: ABC | Caterina Ruggi | Dionigi Tettamanzi | Fisco | Franco Grillini | Giulio Tremonti | Inps | Istat | Letizia Moratti | Lombardia | Pierpaolo Donati | Prodi | Sacconi

 

Così, persino un mite come il sottosegretario alle politiche familiari, Carlo Giovanardi, padrone di casa della Conferenza nazionale della famiglia in svolgimento a Milano fino a mercoledì, a un certo punto è sbottato, nel corso della sua relazione introduttiva. «Il fisco amico della famiglia e dei figli lo vogliono tutti: il governo lo vuole, Fini lo vuole, Casini lo vuole, le opposizioni e le parti sociali pure: e allora trasformiamolo in realtà. Non se ne può più di sentire solo proclami», ha urlato dal palco, tra gli applausi delle centinaia di delegati rappresentanti della società civile in sala. Chiarendo che è questo il punto centrale, lo snodo autentico che può decidere tra la denatalità in corso o l'aumento del tasso di fecondità, «prima che gli italiani diventino minoranza nel loro paese, visto il tasso più che doppio delle immigrate», ha detto Giovanardi, che ha poi polemizzato sui progressi della scienza e sulle biotecnologie che «possono togliere diritti ai figli».

«Non so se si chiamerà quoziente familiare o fattore famiglia o altro ancora, ma certamente il nuovo fisco dovrà tener conto del numero dei componenti della nucleo, in modo che le famiglie con figli o con situazioni di fragilità possano ricevere un concreto e indispensabile aiuto, in termini di riduzione della pressione fiscale e di accesso agevolato ai servizi». Dunque la proposta del Forum delle associazioni familiari (punta di diamante del mondo cattolico) denominata fattore famiglia, che a un nucleo con redditi medi fa risparmiare almeno quattromila euro all'anno di tasse, o misure fiscali alternative sono il vero nucleo del Piano nazionale della famiglia in discussione nella conferenza. Proprio come anticipato dal Rapporto Sviluppo sostenibile - Focus sulla società italiana, allegato al Sole 24 Ore in edicola lunedì.

Il piano sarà discusso domani e mercoledì dai delegati della conferenza e poi consegnato al governo. Ma quale governo? I ministri e gli esponenti della maggioranza in sala, nelle dichiarazioni a margine, fanno spallucce: «Il parlamento deciderà sul prosieguo della nostra attività di governo o meno». Ma il piano di misure a 360 gradi sara' comunque consegnato a questo o futuri governi, entro qualche mese, dall'Osservatorio nazionale sulla famiglia e dal suo sherpa, il professor Pierpaolo Donati.

Intanto, però, il ministro Sacconi ha invitato a non cadere nella falsità ideologica di chi punta il dito contro «la scomparsa dei 400 milioni del fondo sulla non autosufficienza, mentre l'Inps eroga a questa fascia 16 miliardi, il servizio sanitario nazionale costa in tutto 110 miliardi di cui 30 per i non autosufficienti, 62 miliardi vale l'abolizione dell'Ici sulla prima casa e le agevolazioni fiscali alla famiglia, tramite le detrazioni, ammontano a 18 miliardi. Per non parlare dei fondi erogati per gli ammortizzatori sociali, per salvare posti di lavoro: 18,5 miliardi per il 2009 e 23 stimati per il 2010 oltre ai 14 miliardi per la cassa in deroga».

Il ministro del Welfare ha proposto che lo stato offra sostegni solo alla famiglia naturale, fondata sul matrimonio, ed orientata alla procreazione. Sacconi ha spiegato di dissentire da quanto affermato dal presidente della Camera Gianfranco Fini e da Fli ed ha anche annunciato che sarà rivista l'Isee e sarà creato un «casellario delle famiglie».

Del resto lo stesso Giovanardi ha più volte sottolineato che il modello di famiglia su cui concentrare gli aiuti è quello tradizionale: sposi che procreano, «così come descritto nel dettato costituzionale» e che dovrebbero essere gli altri soggetti sociali, per solidarietà, a sostenere i nuclei che più contribuiscono allo sviluppo della società italiana, pagando più tasse rispetto a loro.

Non è mancata un'ulteriore stoccata di Sacconi a Fini a proposito del caso Englaro che è ancora una ferita per la maggioranza e il mondo cattolico: «Senza i valori non negoziabili della persona non c'è presente e non c'è futuro della nazione, il presidente Fini si rilegga l'articolo 2 della Costituzione», ha tuonato Sacconi.

Per il resto della mattinata, solo riassunti sull'attività di governo svolta, dal ministro delle pari opportunità Mara Carfagna, e l'assenza assordante del ministro della gioventù, la finiana Giogia Meloni che ha spostato a mercoledì la sua partecipazione. Solo sparute contestazioni fuori la sala della conferenza della famiglia, con cori eloquenti rivolti al governo («pensate solo a far festini, zero diritti per i cittadini»). Delusione in sala per la mancata svolta del governo sulla famiglia chiesta a gran voce dal mondo cattolico, irritazione delle rappresentanze gay non invitate ai lavori ("siamo al trionfo dell'ipocrisia" ha dichiarato Franco Grillini) e sferzate dall'opposizione.

«C'è molta delusione, i soldi per gli asili spesi dal governo Berlusconi, oltre 300 milioni, sono quelli che ha lasciato il governo Prodi; le famiglie sono umiliate ogni giorno da questo esecutivo. Una scelta apprezzabile, quella di Berlusconi, di non presentarsi»; così ha dichiarato Rosy Bindi in sala.

Sullo sfondo, il messaggio inviato dal presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, alla conferenza. Servono «deliberazioni impegnative per sostenere e sorreggere le famiglia, in particolare quelle che, anche a causa delle ulteriori difficoltà provocate dalla crisi economica, che si aggiungono ad antichi squilibri, sono più esposti al disagio e all'esclusione sociale». Così il presidente Napolitano, nel messaggio inviato a Giovanardi, aggiungendo che «sostenere e salvaguardare il miglior svolgimento delle sue funzioni costituisce una doverosa attuazione dei principi sanciti al riguardo dalla Carta costituzionale».

In particolare, sostiene il capo dello stato, bisogna «affrontare con determinazione e lungimiranza i problemi principali che ostacolano il formarsi delle famiglie: la precarietà e l'instabilità dell'occupazione, la difficoltà di accesso ai servizi e sostegni pubblici e la loro disomogenea distribuzione sul territorio nazionale».

Preoccupato per l'impatto della crisi sulle famiglie anche il cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, che alla conferenza di Milano ha ricevuto i convinti applausi dei rappresentanti del mondo cattolico, largamente rappresentati in sala. «Prego per le famiglie del nostro paese: nelle difficolta', vivono con dignita' e nel silenzio, lasciate sole senza supporti culturali, sociali, economici - ha detto -. Ma i diritti delle famiglie deboli non sono diritti deboli. E noi dobbiamo dare loro voce e risposte concrete».

Qualche risposta concreta è giunta anche dagli enti locali ospitanti la conferenza: il Comune di Milano rappresentato dal sindaco Letizia Moratti e la Regione Lombardia con Roberto Formigoni. Entrambi gli enti hanno varato politiche per la famiglia solidali, a sostegno delle madri in difficoltà, delle lavoratrici "affamate" di servizi sociali come i posti negli asili nido, delle fasce più deboli. Resta, comunque, forte l'appello finale del padrone di casa della conferenza sulla famiglia, Carlo Giovanardi: «Faccio appello al governo perché si aggiungano presto altre risorse a quelle già stanziate». Altrimenti, il piano nazionale sulla famiglia in fase di elaborazione a Milano non potrà mai decollare.

(Ha collaborato Caterina Ruggi d'Aragona)

laura.laposta@ilsole24ore.com
twitter@lauralaposta

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