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Berlusconi e Bossi promettono aiuti al Veneto. A Padova e all'Aquila premier contestato

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Questo articolo è stato pubblicato il 09 novembre 2010 alle ore 19:00.
L'ultima modifica è del 09 novembre 2010 alle ore 19:07.

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Un «aiuto sostanzioso e immediato» per sostenere le zone colpite dall'alluvione che si è abbattuto sul Veneto nei giorni scorsi. La promessa arriva dal premier Silvio Berlusconi che oggi è giunto nelle aree più colpite per un sopralluogo insieme al leader della Lega, Umberto Bossi, e al governatore veneto, Luca Zaia. Una visita concordata ieri nel corso del vertice ad Arcore tra lo stato maggiore del Carroccio e il cavaliere che ha accolto l'invito del senatur. Secondo la stima formulata dal presidente del consiglio nel corso di un incontro alla prefettura di Padova i danni ammonterebbero a un miliardo di euro. Il premier dovrebbe incontrare domani Tremonti per fare il punto su quali strumenti utilizzare.

Dall'Abruzzo, poi, dove è giunto nel tardo pomeriggio, Berlusconi ha annunciato altri fondi per l'emergenza in Veneto. «Alla popolazione arriva un aiuto anche dalle banche, l'Abi ha deciso di stanziare 700 milioni di euro che facilmente potranno arrivare al miliardo, in prestiti per imprese e famiglie colpite dai disastri in Veneto». Mentre l'Unione europea, ha sottolineato ancora il premier, «invierà sabato una commissione per vedere i disastri, prevedendo di stanziare il 25% dei fondi per le calamità naturali per gli aiuti alle popolazioni». Berlusconi ha quindi aggiunto che domani alle 12 «ci sarà una riunione a Palazzo Chigi e decideremo uno stanziamento molto importante: un contributo che puà essere immediatamente utilizzato dalla presidenza della Regione e dai sindaci colpiti».

Berlusconi era giunto stamane insieme a Bossi a Monforte d'Alpone nel Veronese, prima tappa della sua visita. Per poi trasferirsi a Cresole di Caldogno, nel Vicentino, dove il maltempo ha anche causato una vittima. Ma all'ultimo minuto il cavaliere ha saltato l'appuntamento di Caldogno e si è diretto alla prefettura di Vicenza per un incontro con i sindaci dei territori alluvionati. Prima dell'arrivo del premier non sono mancate le contestazioni. Una ventina di persone munite di un megafono hanno esposto dei cartelli all'indirizzo di Berlusconi. «Bossi, Berlusconi più soldi meno barzellette», «Ghe penso mi...più acqua per tutti».

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Alle persone presenti davanti alla prefettura si è rivolto il senatur prima della partenza per Padova. «Vi ho portato qua Berlusconi - ha detto Bossi - e su quello che ha detto potete stare sicuri. Zaia controllerà tutto, Tremonti è veneto e non vi dovete preoccupare». Poi ai giornalisti che chiedevano quali misure ha in mente l'esecutivo per aiutare le popolazioni colpite dal maltempo Bossi risponde. «Il governo darà gli sghei». Quanto alle risorse, ha aggiunto il numero uno del Carroccio, «garantisco io col mio amico Tremonti».

Berlusconi e Bossi sono quindi partiti alla volta di Padova dove sono arrivati in prefettura per fare il punto sulle zone alluvionate. Momenti di tensione si sono registrati prima dell'arrivo del premier tra un gruppo di manifestanti e le forze dell'ordine. Secondo la Digos si tratterebbe di un corteo composto da studenti, ricercatori, collettivi dell'autonomia studentesca e anche no global. I manifestanti hanno accolto Berlusconi al grido «Dimissioni» e «Bunga bunga». Dai dimostranti è anche partito un potente petardo che avrebbe leggermente ferito un poliziotto. Ora la situazione sembra essere tornata alla normalità e le forze dell'ordine controllano il corteo. Contestazioni che sono proseguite anche al termine della riunione quando Berlusconi e Bossi hanno lasciato Padova. I giovani si sono scatenati subissando le auto blu di slogan come «lavoro, lavoro» ma anche di insulti rivolti al premier

Alla riunione in Prefettura, oltre alle autorità, erano presenti anche alcuni industriali e e commercianti locali che sono usciti con opinioni diverse dall'incontro. Per il presidente degli industriali padovani, Francesco Peghin, infatti, «si troveranno fondi pari a quanto richiesto dal governatore Zaia», anche se «non è ancora chiaro da dove saranno stanziati». Molto più pessimista il numero uno di Ascom Padova, Fernando Ziglio, che ha detto di non aver «potuto dire una parola» e di sentirsi «offeso» dall'incontro di oggi. Sulla stessa linea anche il sindaco della cittadina veneta, Flavio Zanonato. «Siamo stati ricevuti un quarto d'ora, abbiamo sentito tante parole, parole, ma nessun impegno concreto - ha detto il primo cittadino -. Si è trattato soltanto di una piccola manifestazione alla quale abbiamo dovuto assistere. Non c'è una misura vera che sia stata annunciata». (Ce. Do.)

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