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Questo articolo è stato pubblicato il 10 novembre 2010 alle ore 07:36.
La novità dell'ultim'ora, per quel che riguarda le modifiche in arrivo alla «legge di stabilità» in discussione presso la commissione Bilancio della Camera, è che si lavora alla riduzione dei tagli disposti dalla manovra di luglio nei confronti di regioni e comuni. Il meccanismo passa attraverso un allentamento dei vincoli imposti dal patto di stabilità interno, così da liberare risorse, offrendo una risposta al «diffuso malessere» dei sindaci che sarà ribadito con forza oggi a Padova in occasione della XXVII assemblea nazionale dell'Anci. Per il resto, dall'incontro di ieri tra il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e i capigruppo di maggioranza è emerso un sostanziale accordo per la definizione di buona parte delle misure, ma restano ancora da dipanare diversi nodi, tanto che non è escluso che il maxiemendamento venga formalizzato non oggi ma domani.
Sono in campo risorse per 7 miliardi, 5 dei quali già individuate per i profili di copertura. Si parte dalle risorse destinate all'università pari a circa 1 miliardo, (l'esatta ripartizione non è stata ancora definita). Per il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, in particolare per la cassa integrazione in deroga, sono in arrivo per il prossimo anno 1,5 miliardi, mentre il finanziamento delle missioni militari internazionali sarà assicurato da uno stanziamento aggiuntivo di 800 milioni. La lista delle richieste si amplia di ora in ora ma la coperta è corta, ed è sostanzialmente su questo punto che in serata si sono confrontati per un'ulteriore esame e limatura gli stessi capigruppo (in particolare con il Fli) e il relatore Marco Milanese.
Via libera intanto al rifinanziamento del 5 per mille per 400 milioni, mentre 800 milioni saranno destinati alla detassazione dei contratti di produttività. Resta sub iudice il possibile stanziamento direttamente nel testo del ddl di risorse per 700-800 milioni destinate alle zone alluvionate del Veneto (che andrebbero ad aggiungersi alle misure di emergenza finanziate dal «fondo Letta»), mentre l'Mpa fa sapere che la pregiudiziale assoluta per votare il provvedimento è che non si sposti dal Sud «un solo euro dei fondi Fas»: su questo punto «siamo pronti a far cadere il governo», annuncia il capogruppo Carmelo Lo Monte.