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Bossi pensa al Berlusconi-bis, per Fini è tutto più complicato. E il premier ribadisce: non mi dimetto

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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2010 alle ore 13:10.

Bocchino: lunedì i membri di Fli si dimetteranno dal governo

Bossi pensa al Berlusconi bis, per Fini è tutto più complicato. Napolitano: confusione su Finanziaria (di Nicoletta Cottone e Celestina Dominelli)

Berlusconi: in questo momento ho qualche difficoltà. Letta: ieri una battuta (di Celestina Dominelli e Gerardo Pelosi)

Napolitano: non faccio stritolare il Quirinale in una mischia politica

Crisi? Non prima dell'approvazione della finanziaria (di Elysa Fazzino)

Silvio Berlusconi non ha alcuna intenzione di dimettersi né di accettare una crisi pilotata. Da Seul, dove è giunto ieri per partecipare al G20, il premier ribadisce la linea dura già espressa nei giorni scorsi: nessun passo indietro, Gianfranco Fini dovrà assumersi la responsabilità di far cadere l'esecutivo, sfiduciandolo in parlamento. Una presa di posizione che annulla di fatto l'esile spiraglio che si era aperto oggi dopo l'incontro, ai piani alti di Montecitorio, tra il presidente della Camera e il leader della Lega, Umberto Bossi. Tanto più che, a rafforzare le dichiarazioni del premier, giunge quasi in contemporanea un comunicato stampa dei vertici del Pdl, riuniti per tre ore alla Camera, che fanno quadrato attorno al cavaliere. Lo stato maggiore del Pdl, si legge in una nota, «ritiene inaccettabile che la legislatura possa proseguire con un differente premier eun differente governo». Poi la stoccata a Fini. «Chiunque voglia ipotesi diverse dovrà passare all'inequivocabile verdetto della sovranità popolare».

Insomma, o si va avanti con Berlusconi premier, senza escludere l'allargamento della maggioranza, o non resta che andare al voto: la linea del cavaliere e dei suoi non cambia. Eppure oggi, al termine del vertice con Gianfranco Fini, Bossi aveva lasciato aperto uno spiraglio. «C'è ancora spazio per non andare a una crisi al buio. È molto meglio una crisi pilotata che una crisi al buio». Un'ora di confronto al termine del quale il senatur aveva intravisto ancora un margine, ancorché esilissimo, per ricucire la frattura tra Silvio Berlusconi e l'ex leader di An. «Fini è d'accordo con una crisi pilotata?», avevano chiesto i giornalisti. «Abbastanza, aveva replicato il senatur. Per poi aggiungere, rispondendo alla domanda se Fini potrebbe accordare il suo via libera a un Berlusconi-bis,«sì, Fini non ce l'ha con Berlusconi». «Berlusconi potrebbe accettare di dimettersi se ottenesse il reincarico?», lo iavevano incalzato ancora i cronisti. «Le altre volte è successo - aveva detto Bossi - Berlusconi è andato al Quirinale per riavere il reincarico».

L’articolo continua sotto

Bossi dopo il vertice con Fini: meglio una crisi pilotata. Napolitano: confusione sulla Finanziaria (Ansa)

Napolitano: c'è grande confusione sulla Finanziaria. Critiche anche da Confindustria e sindacati

Bossi pensa al Berlusconi bis, per Fini è tutto più complicato (di Celestina Dominelli)

Berlusconi: in questo momento ho qualche difficoltà. Letta: ieri soltanto una battuta (Ansa)

Berlusconi: in questo momento ho qualche difficoltà. Letta: ieri una battuta

Berlusconi a Seul: in questo momento ho qualche difficoltà (dall'inviato Gerardo Pelosi)

Berlusconi a Seul: in questo momento ho qualche difficoltà

Berlusconi a Seul: in questo momento ho qualche difficoltà

SEUL. «In my country I have some difficulties in this moment». Lo ha ammesso, parlando in inglese,

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Le affermazioni lapidarie pronunciate da Bossi avevano dunque lasciato ancora aperto l'esito della partita interna alla maggioranza, ma su un aspetto Bossi era stato invece chiarissimo. «L'Udc? Via, al mare». Nello stesso momento in cui il senatur forniva la sua versione dell'incontro, Fini confidava ai suoi «che le cose sono molto più complicate di come le presenta Bossi». Ribadendo di fatto la posizione espressa a Bastia Umbria: serve un passo indietro reale del premier, non una finta crisi che si concluda con un reincarico a Berlusconi a stretto giro di posta.

Il punto dirimente resta chiaro: l'ex leader di An vuole una vera discontinuità, rappresentata dalle dimissioni del premier davanti al capo dello Stato. Un passaggio delicatissimo, che Berlusconi vede come fumo negli occhi, ma sul quale Bossi e Fini non erano sembrati stamane poi così lontani. «Altre volte è avvenuto così - aveva risposto Bossi a chi gli chiede se Berlusconi potrebbe accettare di dimettersi con la garanzia del reincarico -. Il presidente del Consiglio è andato dal presidente della Repubblica per avere il reincarico». Perché, aveva fatto notare al Sole24ore.com un finiano doc sotto promessa di anonimato, «Fini non è pregiudizialmente contrario a un Berlusconi-bis, ma vuole che si apra una fase nuova per la maggioranza con l'allargamento all'Udc».

Una fase nuova che può passare anche per un capo del governo che non sia Berlusconi, ma su questo tasto, sul quale l'ex leader di An aveva battuto molto, il senatur si era mostrato più freddo. «Io sono fedele a Berlusconi, non sono disponibile a nessuna alternativa se lui non è d'accordo», avrebbe ripetuto Bossi davanti agli scenari post berlusconiani prospettati da Fini. Mentre i centristi avevano fatto giungere subito il loro messaggio chiarissimo al cavaliere e a Bossi, in piena sintonia con Fini. «Noi siamo perché si cambi fase politica - ha spiegato il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa -. C'è bisogno di un nuovo governo e di un nuovo presidente del Consiglio. Siamo in una crisi di fatto, Berlusconi rassegni le dimissioni e si apra una nuova fase nel paese».

Le dimissioni del premier sono quindi un tassello ineludibile per l'ex leader di An, come aveva spiegato anche il capogruppo di Fli alla Camera, Italo Bocchino, «Fini ha chiesto le dimissioni di Berlusconi, altrimenti saremmo usciti dal governo. Queste due cose sono certe, per tutto il resto aspettiamo che Berlusconi decida se dimettersi o meno». E qualcuno, che conosce bene l'ex leader di An e i suoi uomini, leggeva così queste dichiarazioni. «Il senso è che non esiste nessun Berlusconi-bis». Fini aveva quindi alzato dunque la posta passando la palla al Cavaliere. «Aspettiamo una risposta ufficiale del presidente del Consiglio - aveva spiegato Silvano Moffa al Sole24ore.com - e se non arriverà faremo quanto annunciato».

La risposta del premier, però, seppur per vie ancora ufficiose è nel frattempo arrivata. Bisognerà ora capire se davvero il cavaliere sancirà anche ufficialmente la fine del match, rispedendo al mittente la richiesta di dimissioni. Oppure opterà all'ultimo minuto per una crisi pilotata, incassando le garanzie di Bossi. Che dovrà ovviamente ingoiare il rospo di un ingresso dell'Udc nella maggioranza. Su questo la distanza tra Berlusconi e Fini è nulla, visto che il cavaliere avrebbe voluto da tempo reimbarcare Casini e i suoi. E, se davvero decidesse, con un colpo d'ala imprevisto, di accettare l'aut aut di Fini, non sarebbe difficile per lui convincere il senatur ad approvare il ritorno dei centristi, rassicurandolo sul fatto che il federalismo non sarebbe in pericolo.

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