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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2010 alle ore 09:27.
Fini pronto a sfiduciare Berlusconi (di Barbara Fiammeri)
Se, una volta approvata in Parlamento la Finanziaria, Silvio Berlusconi continuerà a non rassegnare le dimissioni «a quel punto è chiaro che lo sfiduceremo». Bocchino ha anche annunciato che Il presidente del consiglio «lunedì troverà sulla sua scrivania le dimissioni dei nostri membri del Governo. E questo è assodato». Bocchino ha anche sottolineato che se finora «i nostri ministri non si sono dimessi» è stato «per garbo istituzionale. Ha annunciato che Futuro e libertà, poi, non parteciperà alla fiducia alla manovra, ma se dopo l'approvazione della Finanziaria, che non è in discussione, «non siamo matti«, Berlusconi dovesse ancora evitare di dimettersi «allora lo sfiduceremo» e Futuro e libertà voterà la mozione di sfiducia.
Per Futuro e Libertà, Silvio Berlusconi «dovrebbe presentarsi al Quirinale dal Presidente della Repubblica e dire che una delle componenti determinanti della sua maggioranza non lo sostiene più e, quindi, dovrebbe dimettersi». Questo lo scenario delineato dal capogruppo di Fli alla Camera, Italo Bocchino, durante la puntata di ieri sera della trasmissione "Annozero" di Santoro, conseguente al ritiro della delegazione di Fli dal governo annunciato per lunedì prossimo. A quel punto, spiega Bocchino, si dovrebbe dar vita ad un nuovo governo e le condizioni poste dai finiani sono: «Un nuovo programma, una nuova maggioranza allargata ai centristi dell'Udc. Solo dopo aver valutato questi requisiti si deciderà chi deve fare il presidente del Consiglio. Ora, questo, è l'ultimo dei problemi».
Anche per il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, al premier non resta altro da fare che dimettersi. «Me ne frego di entrare nel governo. Il problema è un altro, cioè che Berlusconi ormai non può che dimettersi». In caso contrario, ha detto ad "Anno zero", «dopo aver approvato la Finanziaria presenteremo un atto parlamentare con cui Berlusconi sarà dimissionato». Per Casini non ci sono ormai altre strade: «O Berlusconi si dimette lui, oppure lo si dimette». Il premier, ha detto Casini, «è a rimorchio di Bossi. Quella che era una forza marginale della maggioranza è ora diventata decisiva», riferendosi al Carroccio. Ma, avverte Casini, «Bossi, quando va a mediare con Fini, in realtà non sta difendendo Berlusconi ma sè stesso, ed è pronto a scaricarlo il giorno dopo le elezioni, perchè è chiaro che le elezioni anticipate agevolano la Lega».