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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2010 alle ore 08:58.
SEUL. A Bruxelles, la saletta riservata alle conferenze stampa del premier italiano dopo i Consigli europei è ormai vuota da mesi e nessuno ci fa più caso. I cronisti che seguono Berlusconi si sono ormai abituati a inseguire il presidente del Consiglio nel grande atrio del palazzo Justus Lipsius a Bruxelles per strappargli qualche battuta facendosi largo a fatica nel cosiddetto "mucchione" o intercettandolo tra i banchi degli antiquari del Sablon. Non era però mai successo che a un vertice internazionale Berlusconi scappasse letteralmente evitando ogni tipo di contatto con la nutrita rappresentanza della stampa italiana come è avvenuto oggi a conclusione del G20 di Seul alle 15 e 30 (in Italia erano le 7,30).
Il premier italiano è stato l'unico tra i 20 capi di Stato e di governo a sottrarsi alle domande della stampa. Non era accaduto al G20 di Washington né a quello di Londra né a Pittsburgh e neppure negli ultimi G8 di Toronto, Aquila e Hokkaido. In tutti quei vertici Berlusconi aveva sempre riferito sulla posizione italiana eventualmente glissando sulle insistenti domande relative alla politica interna.
Una vera "fuga" neppure comunicata al funzionario dell'ambasciata italiana a Seul addetto ai rapporti con la stampa che nel momento in cui tutta la delegazione italiana era già "incarrozzata" e si stava dirigendo verso l'aeroporto tentava inutilmente di convogliare i giornalisti nella saletta delle conferenze stampa. Sono stati proprio i cronisti, dopo un breve giro di telefonate, a comunicare al giovane diplomatico che era inutile salire nella sala dei briefing.
Eppure di cose da riferire Berlusconi ne avrebbe avute a cominciare dalla reazioni soprattutto dei francesi (che da oggi assumono formalmente la presidenza del G20) alla proposta italiana di combattere la speculazione sui prezzi del petrolio e delle materie prime regolamentando (ma Berlusconi nel suo intervento ha detto testualmente «vietando») i contratti di futures. Il premier italiano avrebbe potuto fornire importanti dettagli anche sulla riunione dei capi di Stato o di Governo dei Paesi europei del G20 (oltre all'Italia, David Cameron per il Regno Unito, Nicolas Sarkozy per la Francia, Angela Merkel per la Germania cui si sarebbe aggiunto anche il rappresentante della Spagna). Oppure dare conto del "breve colloquio" avuto con Barack Obama. Ma evidentemente i venti di crisi provenienti da Roma e la necessità di tornare quanto prima in Italia per gestire una situazione ormai fuori controllo hanno costretto Berlusconialla "fuga" che è difficile, tuttavia, non interpretare come un gesto di estrema debolezza e paura.