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Questo articolo è stato pubblicato il 13 novembre 2010 alle ore 11:57.
Aung San Suu Kyi , leader dell'opposizione e premio Nobel per la Pace 1991, che ha trascorso 15 degli ultimi 21 anni agli arresti domiciliari, è libera. Funzionari della giunta militare birmana sono entrati nella sua casa a Rangoon per notificarle l'ordine di rilascio. Le forze di sicurezza birmane stanno rimuovendo le barricate all'esterno della residenza.
I sostenitori della leader democratica, che si sono radunati davanti alla sua casa in attesa del suo rilascio, hanno cominciato a cantare e a urlare messaggi di sostegno al Premio Nobel per la Pace. «Lunga vita e tanta salute», è il messaggio urlato dalla folla, stando a quanto riferisce il sito Irrawaddy.
Sono circa 1.000 le persone che attendono la scadenza dei termini degli arresti domiciliari di Suu Kyi, tra gente comune, giornalisti, esponenti di partito e osservatori diplomatici.
«È un momento emozionante», ha dichiarato una delle persone presenti, con indosso la maglietta con lo slogan «stiamo con Aung San Suu Kyi», sventolando un poster con il ritratto della leader democratica. Un osservatore di un'Ambasciata occidentale situata nei pressi dell'abitazione ha fatto sapere che la polizia ha circondato la casa di Suu Kyi.
Aung San Suu Kyi è apparsa sorridente al cancello della sua casa di Rangoon. Dopo aver ringraziato, il Premio Nobel per la pace ha invitato le circa 5.000 persone che l'attendevano a tornare domani nella sede del suo partito. Quindi ha rivolto loro poche parole, molte delle quali coperte dalle urla e dagli applausi. «Dobbiamo lavorare insieme, all'unisono - ha dichiarato - se avete voglia di ascoltare, tornate domani a mezzogiorno nella sede» della Lega nazionale per la democrazia (Lnd), il partito oggi sciolto, con cui Suu Kyi ha condotta la sua lotta per la democrazia in Birmania. Figlia del padre dell'indipendenza birmana, Aung San, il Premio Nobel per la Pace ha trascorso 15 degli ultimi 21 anni in carcere o agli arresti domiciliari.